Ancora caos nel paese dopo la destituzione e l'arresto di Pedro Castillo. La presidente: "Se abbiamo commesso un errore nel ricercare la pace e la calma, chiedo scusa al popolo peruviano". Intanto tre membri del governo hanno fatto un passo indietro
La nuova presidente del Perù Dina Boluarte si è scusata per le decine di morti causate dai disordini nel Paese, ma non se n'è assunta la responsabilità e, comunque, ha escluso le sue dimissioni. Le proteste sono scoppiate dopo la destituzione e l'arresto, il 7 dicembre, del presidente Pedro Castillo, accusato di aver tentato un colpo di Stato; e nei disordini sono morte almeno 42 persone in cinque settimane.
Le parole della presidente
"Se abbiamo commesso un errore nel ricercare la pace e la calma, chiedo scusa al popolo peruviano", ha osservato la presidente, che però ha annunciato che non si dimetterà dall'incarico e ha ribadito l'impegno del suo governo "a continuare a promuovere il dialogo e la pace sociale". "Alcune voci di sostenitori della violenza e radicali chiedono le mie dimissioni, incitando la popolazione al caos, al disordine e alla distruzione. A loro dico responsabilmente: non mi dimetterò, il mio impegno è con il Perù".
approfondimento
Perù, continuano le proteste e gli scontri: cosa sta succedendo
Tre membri del governo si sono dimessi
Boluarte si è rivolta al Paese in un messaggio alla nazione trasmessa dalla televisione di Stato. Intanto però si sono dimessi tre membri del governo in due giorni: il ministro del lavoro Eduardo Garcia, che non era d'accordo con la gestione delle proteste da parte dell'esecutivo, il ministro dell'Interno Victor Rojas e il ministro delle donne e delle popolazioni vulnerabili Grecia Rojas.