"Finora abbiamo raccolto 68 corpi. Stiamo cercando altri quattro corpi... Preghiamo per un miracolo. Ma le speranze di trovare qualcuno vivo sono nulle", ha dichiarato Tek Bahadur KC, capo del distretto di Taksi, dove l'aereo è precipitato
Sono ormai “nulle” le speranze di trovare superstiti. L’annuncio è di uno dei funzionari nepalesi che stanno gestendo le operazioni in seguito al disastro aereo avvenuto ieri a Pokhara. "Finora abbiamo raccolto 68 corpi. Stiamo cercando altri quattro corpi... Preghiamo per un miracolo. Ma le speranze di trovare qualcuno vivo sono nulle", ha dichiarato Tek Bahadur KC, capo del distretto di Taksi, dove l'aereo è precipitato. A bordo dell'ATR-72 della Yeti Airlines c'erano 68 passeggeri e quattro membri dell'equipaggio.
La scatola nera
Nel frattempo, secondo l'agenzia di stampa Ani, è stata recuperata la scatola nera dell'aereo della Yeti Airlines precipitato con 72 persone a bordo. Lo ha riferito un funzionario dell'aeroporto di Kathmandu, spiegando che la scatola nera sarà utile per individuare le cause del disastro.
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A bordo anche 15 stranieri
Il disastro aereo è il più grave degli ultimi trent'anni nel piccolo Paese dell'Asia meridionale. Sul volo si erano imbarcati anche 15 stranieri, ha reso noto la compagnia aerea, cinque provenienti dall'India, quattro russi, due sudcoreani, un australiano, un argentino, un irlandese e un francese. Non risulta che ci fossero italiani a bordo. I funzionari del nuovo scalo himalayano, inaugurato solo due settimane fa, hanno detto che il bi-elica (che secondo i dati del tracker volava da 15 anni) è caduto durante l'avvicinamento: era decollato alle 10.30 (ora locale) e ha avuto l'ultimo contatto con la torre di controllo alle 10.50. Pochi secondi dopo, il violento impatto sulle rive del fiume Seti Gandaki.