Ucraina, Yermak a Sky TG24: "È il momento per il Papa di venire a Kiev. Aspettiamo Meloni"
MondoIl capo dell'Ufficio della presidenza di Kiev si appella a Papa Francesco per "dare un segnale alla Russia per fermare la distruzione che ha avviato". Poi ringrazia il governo italiano per "ciò che è stato fatto e per ciò che sarà fatto nei prossimi mesi". E sulla situazione sul campo spiega: "La battaglia di Soledar non è ancora finita come dicono i russi. Situazione difficilissima, continuiamo a combattere. Abbiamo ancora bisogno di armi". Sui negoziati di pace con la Russia: "Al momento non sono in corso"
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Un appello a Papa Francesco per fermare la distruzione avviata dalla Russia e il ringraziamento al governo italiano per il suo appoggio, in attesa della visita del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Sono due dei temi toccati dal capo dell'Ufficio della presidenza ucraina di Kiev Andriy Yermak a Sky TG24, durante l'intervista di Michele Cagiano (IL VIDEO DELL'INTERVISTA INTEGRALE). Sulla situazione sul campo spiega: "La battaglia di Soledar non è ancora finita come dicono i russi. Situazione difficilissima, continuiamo a combattere. Abbiamo ancora bisogno di armi". E sui negoziati di pace con la Russia: "Al momento non sono in corso" (GUERRA IN UCRAINA, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).
Parliamo della situazione sul campo. Sul fronte di Donetsk i russi si disputano la vittoria tra Wagner e ministero della Difesa. Ma qual è realmente la situazione a Soledar?
Al momento non abbiamo ancora raggiunto la città di Donetsk, lo faremo e libereremo l’intera regione. Ora stiamo combattendo, la battaglia di Soledar non è finita come dicono i russi e continua, così come continua a Bhakmut. I nostri soldati, i nostri eroi, continuano a tenere la loro posizione, la situazione è difficile, i combattimenti sono sanguinosi.
A che punto siamo con la guerra oggi? Le ultime notizie parlano di bombardamenti anche a Kiev e nella zona di Zaporizhzhia.
Possiamo sentire le sirene antiaereo anche ora, la situazione in tutto il paese è difficilissima. I missili russi colpiscono le nostre infrastrutture, ci sono attacchi continui contro le case dei nostri cittadini. La notte di Capodanno, i russi hanno lanciato oltre 200 missili e droni iraniani contro le città ucraine, inclusa Kiev. Questa è la prova che il nemico vuole intimidirci, intimidire i nostri cittadini e lasciarci senza elettricità e acqua. Nonostante tutto, gli ucraini continuano a combattere, non ci faremo intimidire, i cittadini dopo gli allarmi aerei tornano alle loro case. Purtroppo però, la guerra continua senza fine.
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Il segretario della Nato Stoltenberg ha annunciato che le scorte di armi da inviare a Kiev sono finite ma che ripartiranno le produzioni. Quali sono le armi che oggi vi servirebbero di più? Che ne pensa degli aiuti internazionali che sono arrivati all’Ucraina?
So che il sostegno della comunità internazionale aumenterà: Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Francia e anche Italia sono con noi, sanno che la guerra non è finita. Abbiamo ancora bisogno di sostegno con equipaggiamenti, munizioni e carri armati. Oggi la Russia ha un vantaggio in termini di quantità di soldati e di equipaggiamento militare. Credo che ci saranno battaglie decisive nei prossimi mesi, decisive per la vittoria finale. Per questo, ci serve supporto.
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Il Presidente del Consiglio Meloni ha affermato che sarebbe pronta a farsi garante di un accordo di pace, ipotesi subito rifiutata da Mosca. Meloni ha anche annunciato di avere in programma un viaggio a Kiev prima della fine di febbraio. Lei cosa ne pensa? Che rapporti avete con il nuovo governo italiano guidato da Meloni?
È importante che l’Italia stia sostenendo l’Ucraina. Tutto è cominciato con l’ex primo ministro Draghi e siamo felici di vedere che il nuovo governo Meloni continua a portare avanti questo lavoro. Abbiamo ascoltato molte dichiarazioni a favore dell’Ucraina da parte di Meloni. Ringraziamo dunque per ciò che è stato fatto e per ciò che sarà fatto nei prossimi mesi. Ovviamente aspettiamo con ansia la visita a Kiev di Giorgia Meloni e penso che l’Italia potrebbe essere uno dei paesi che porterà l’Ucraina alla vittoria. Non mi importa di ciò che pensa la Russia sul ruolo di garante dell’Italia, sono fiducioso sul fatto che l’Italia sarà al nostro fianco, continuerà a sostenerci e ad aiutarci nel piano di attuazione del piano di pace in dieci punti del nostro presidente Zelensky.
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Per il prossimo 3 febbraio è stato convocato un summit Ue-Ucraina. Cosa si aspetta da questa riunione? Cosa chiede l’Ucraina?
Come paese candidato, la relazione tra Ucraina e Unione Europea sta diventando sempre più stretta. Ed è per questo che contiamo sul sostegno dell’Europa in un periodo così difficile per noi. Deve essere implementato un piano di ricostruzione, per far sì che le nostre infrastrutture siano ripristinate. Sono certo che molto presto l’Ucraina sarà parte della famiglia europea e faremo il possibile per adempiere a tutte le pre-condizioni e le raccomandazioni richieste.
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A invocare la pace è anche Papa Francesco, che qualche mese fa ha anche parlato dell’ipotesi di un viaggio per mediare tra i due paesi raggiungendo sia Mosca che Kiev. Cosa ne pensate? Secondo voi potrebbe essere utile?
Apprezziamo tutte le iniziative di pace, incluse quelle portate avanti dal Papa. Credo che la Russia debba fermare la guerra, spetta a loro arrestare il conflitto: stanno uccidendo civili, distruggendo le nostre infrastrutture. Ne ho parlato anche con il cardinal Parolin, ringrazio per il suo coinvolgimento. Penso che sia giunto il momento per il Papa di visitare l’Ucraina e dare così un segnale molto chiaro che è la Russia che deve fermare ciò che ha avviato, ritirando le proprie truppe dall’Ucraina per fermare la distruzione. Se così sarà, non vediamo l’ora di ricevere la visita di Papa Francesco, il suo viaggio sarebbe un contributo molto importante per la fine della guerra. Per quel che riguarda la Sua visita a Mosca, credo che sarà utile solo se ritornerà da Mosca con alcuni risultati: la decisione della Russia di mettere fine alla guerra. Ma tutto dipende dalla Russia.
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È quasi passato un anno da quando è iniziato il conflitto. Lei ha negoziato direttamente con i russi alcune importanti questioni. I negoziati di pace sono ancora possibili? Quale è la strada percorribile?
Al momento, non ci sono negoziati di pace in corso, ci sono dialoghi sugli scambi di prigionieri e sul grano, con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite. I nostri termini sono chiari: la nostra visione è delineata nel piano di pace in dieci punti presentato da Zelensky. So che molti paesi della comunità internazionale sono al nostro fianco, molti leader sostengono l’Ucraina e sono pronti a giocare un ruolo fondamentale per far sì che uno o diversi punti del piano siano applicati, per raggiungere in questo modo la pace.