Fra 15 giorni i cechi decideranno il loro futuro scegliendo tra Andrej Babis, che ha ottenuto il 35% dei voti, e Petr Pavel, che ha chiuso con il 35,39%. Sconfitta invece l'unica donna che si era presentata fra otto candidati in corsa. L'ex generale: con me regole e trasparenza. Babis: Pavel agente dei servizi segreti comunisti
L'ex premier o l'ex generale: ecco la scelta cui saranno chiamati fra 15 giorni i cechi al ballottaggio delle presidenziali, che hanno visto oggi affermarsi al primo turno Andrej Babis e Petr Pavel. Sconfitta invece l'unica donna che si era presentata fra otto candidati in corsa. Babis e Pavel si sfidano in un vero e proprio testa a testa: in vantaggio per tutto il tempo dello scrutinio, l'ex premier e leader del partito Ano è stato superato da Pavel poco prima della fine, quando venivano scrutinati i voti delle grandi città. Dopo lo spoglio del 100% dei seggi, Pavel ha ottenuto infatti il 35,39%, e Babis il 35%.
L'ex generale Pavel: con me regole e trasparenza
"Non vedo l'ora che arrivi il secondo round. Mi piacciono le sfide", ha detto l'ex generale dell'esercito ceco. "Al secondo turno vedremo se gli elettori voteranno caos, menzogne e populismo o cambiamento, regole, trasparenza e mantenimento delle promesse", ha aggiunto. Petr Pavel, 61 anni, è stato capo di stato maggiore dal 2012 al 2015 e numero due della Nato, in quanto presidente del comitato militare dal 2015 al 2018, quando poi è andato in pensione. Oggi sostiene la permanenza della Repubblica ceca nell'Ue e nella Nato e il sostegno militare all'Ucraina. Ed è durissimo con il presidente uscente Milos Zeman, che accusa di aver degradato l'ufficio del capo dello Stato. Invece gli viene rimproverato il passato: nel 1985 entrò infatti nel Partito comunista cecoslovacco, e che lui stesso ha definito "un errore". Nel 1988-92 seguì il corso di addestramento presso i servizi militari comunisti. Che preparava agenti da infiltrare nei Paesi della Nato. Pavel è convinto di aver rimediato a quello sbaglio, lavorando 30 anni a favore della Repubblica ceca. A sostenerlo nel secondo turno ci saranno anche Danuse Nerudova, finita oggi al terzo posto, Pavel Fischer, il senatore arrivato quarto e Marek Hilser, altro candidato sconfitto. "Babis è un grande male per il paese. È proprietario dei media, del partito, ora vuole diventare anche il proprietario del Castello di Praga. Dobbiamo fermarlo", ha detto Nerudova.
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Babis: Pavel agente dei servizi segreti comunisti
Quanto a Babis, si è detto "molto felice, abbiamo raggiunto un risultato importante". E "mi dispiace di essere considerato un male", ha aggiunto, enumerando i successi del suo governo e definendo Pavel un "agente dei servizi segreti comunisti". "Mi meraviglio che città anticomuniste come Praga e Brno lo abbiano votato. Un agente dei servizi segreti comunisti ora governa in Russia", ha affermato. Sessantotto anni, Babis è un economista d'origine slovacca, miliardario, fondatore nel 1992 della maggiore holding agro-chimico-alimentare Agrofert. Nel 2011 è entrato in politica fondando il movimento populista Ano (Azione dei cittadini insoddisfatti). Nel 2013 è stato eletto deputato e ha acquisto Mafra, il maggior gruppo editoriale ceco. Nel 2014 è diventato primo vicepremier e ministro delle finanze. Dopo la vittoria alle elezioni parlamentari 2017, è stato nominato premier di un governo di minoranza sostenuto da comunisti. Dopo la sconfitta alle elezioni parlamentari 2021 con il suo movimento è finito all'opposizione. Con i suoi slogan "Babis aiuta la gente" e "Sotto Babis si viveva meglio", l'ex premier convince ancora un terzo dell'opinione pubblica ceca. A dispetto del suo passato da agente della famigerata polizia comunista Stb, delle accuse (e comunque archiviate in un'assoluzione) di frode del denaro europeo, e del coinvolgimento nel caso dei Pandora Papers. Al primo turno Babis ha ottenuto la sponda del presidente uscente Milos Zeman.