La decisione dopo l'assalto e il tentato golpe dei supporter di Bolsonaro, che domenica scorsa hanno attaccato e occupato tre edifici istituzionali: presidenza, parlamento e Corte suprema
Il segretario esecutivo del ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, ha esonerato tutti i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, accusati di comportamento omissivo in occasione dell'assalto ai palazzi del potere commesso domenica dai sostenitori radicali di Jair Bolsonaro. Tra i congedati vi sono il comandante della Truppa d'assalto, il maggiore Gustavo Cunha; il capo del dipartimento delle operazioni, colonnello Eduardo Naime; il segretario esecutivo e commissario della polizia federale, Fernando Souza Oliveira, e Marília Ferreira de Alencar, sottosegretaria all'Intelligence. L'atto amministrativo firmato da Cappelli - nominato dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva commissario per l'intervento federale nel Distretto di Brasilia - formalizza anche il licenziamento del colonnello Fábio Augusto Vieira, ex comandante generale della polizia militare, che si trova in carcere.
La forza nazionale resterà altri 10 giorni su spianata ministeri
Intanto, il ministro della Giustizia del Brasile Flavio Dino ha prolungato per altri dieci giorni la presenza della forza nazionale sulla spianata dei ministeri - dove si trova il quartier generale dei tre edifici presi d'assalto, presidenza, parlamento e Corte suprema - dal momento che non sono ancora del tutto escluse nuove mobilitazioni dei seguaci di Jair Bolsonaro. L'ordinanza ministeriale autorizza la forza nazionale a partecipare alla tutela e al rafforzamento dell'ordine pubblico, nonché dei beni pubblici e privati. La misura si aggiunge al decreto del presidente Luiz Inácio Lula da Silva di intervenire a livello federale nella capitale e assumere poteri di sicurezza.
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Lula: "Vorrei pensare ad atti di squilibrati e non golpisti"
"Vorrei pensare a qualcosa di minore del golpe, che sia stata opera di un gruppo di squilibrati", ha detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, a proposito dell'assalto ai palazzi del potere. "Sono atti di una minoranza che continua a credere nella menzogna di brogli alle elezioni e che non vuole accettare il fatto che la nostra urna elettronica è la più perfetta al mondo", ha aggiunto Lula, che ha sconfitto Bolsonaro al ballottaggio. "Avrei voluto evitare l'intervento federale, ma questa gente non vuole dialogare", ha concluso il neo presidente.
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Bolsonaro dimesso dall'ospedale
L'ex leader di destra Bolsonaro, nel frattempo, è stato dimesso dall'ospedale di Orlando, in Florida, dov'era stato ricoverato per problemi intestinali conseguenza dell'accoltellamento che subì nel 2018. Il suo entourage lo descrive piuttosto "abbattuto", e non solo per i problemi di salute. L'ex presidente è sempre più isolato anche tra i fedelissimi, sostengono alcuni media, e sa che presto dovrà fare anche lui i conti con la giustizia: il suo rientro anticipato in patria, annunciato ieri, gli servirà tra l'altro per scegliere l'equipe di avvocati incaricati della sua difesa, ora che viene indicato come istigatore morale dei reati compiuti dai suoi ultrà nelle sedi di Congresso, Presidenza della Repubblica e Corte suprema.