Attivisti ambientalisti che occupano il villaggio tedesco hanno promesso di continuare a combattere, mentre la polizia si prepara a mandarli via
Il villaggio di Luetzerath, nella Germania occidentale, è stato gradualmente abbandonato dai suoi abitanti originari, poiché dovrebbe essere demolito per far posto a un'estensione della miniera di lignite di Garzweiler II. Si trova a poche centinaia di metri da un vasto pozzo dove il colosso tedesco delle utility RWE estrae carbone di lignite da bruciare nelle vicine centrali elettriche. Eppure la Germania sta cercando di smarcarsi dall'uso del carbone, entro il 2030, perché è considerato tra i combustibili fossili più inquinanti. Ma la crisi energetica scoppiata dopo la guerra in Ucraina (LIVEBLOG) ha creato diversi ostacoli ed incongruenze nella gestione dei combustibili.
La lotta "green"
Gli ambientalisti, che si sono trasferiti nelle case abbandonate degli ex residenti due anni fa, avvertono che il carbone rilascerebbe milioni di tonnellate di anidride carbonica che riscalda il clima ed è, dunque, un pericolo per l'inquinamento atmosferico. Il gruppo ecologista LuetziBleibt, inoltre, chiede "un cambiamento nell'attuale sistema economico, con la catastrofe climatica già presente, che sta già colpendo duramente le persone nel Sud del mondo, che non l'hanno causata". Ma l'amministrazione della contea di Heinsberg ha ormai dato il via libera alla polizia per sfrattare gli occupanti da oggi, martedì 10 gennaio. "Sicuramente non ci muoveremo", ha promesso l'attivista Johanna Inkermann, "continueremo a ostacolare la distruzione che sta avvenendo qui, difenderemo questo villaggio e difenderemo la giustizia climatica". Uno studio dell'Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW) afferma che il carbone di lignite sotto Luetzerath non era necessario per garantire l'approvvigionamento energetico tedesco, anche in assenza di gas russo. I manifestanti credono che la Germania possa trovare il modo di cavarsela senza il carbone.