
Gas, il prezzo scende: quando caleranno le bollette? La situazione e l’andamento del 2023
Gli italiani potrebbero presto accorgersi di un'importante novità. “Se la quotazione del gas dovesse restare così bassa è possibile veder scendere molto presto i prezzi delle utenze domestiche”, ha dichiarato Stefano Besseghini, presidente di Arera. I primi a trarne giovamento sarebbero coloro che hanno stipulato un accordo nel mercato libero, che registra 13 milioni di utenze

Buone notizie sul fronte delle bollette. A luglio l’Arera ha deciso di cambiare cadenza e metodo di tariffazione del gas, separandoli da quelli della luce: anziché bollette trimestrali ex ante, arrivano bollette mensili ex post. Questo significa che il 3 gennaio è stata decisa la bolletta di dicembre mentre quella in base ai prezzi di gennaio, che dovrebbe riflettere il calo del prezzo del gas al Ttf e quindi essere meno cara, sarà stabilita il secondo giorno lavorativo di febbraio, il 2
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PREZZI ANCORA ALTI – Un’iniziativa volta a tutelare tutte le possibili iniziative, intraprese a livello italiano ed europeo, per abbassare il prezzo del gas. Il punto, però, è che mentre il prezzo è calato, per ora le bollette sono rimaste alte. Come ha spiegato al Corriere Stefano Besseghini, presidente di Arera: “Il prezzo è sceso solo a partire dal 17-18 dicembre, mentre nella prima metà del mese il valore si è tenuto strutturalmente alto attorno ai 135-140 euro a megawattora”
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PREVISTI RIBASSI – Se il prezzo dovesse restare sui 76,3 euro a megawattora, raggiunto nella giornata di ieri al Ttf di Amsterdam, è possibile che ci siano dei ribassi nell’immediato futuro. “È presumibile che se i prezzi si dovessero mantenere sui livelli attuali il mese di gennaio farà registrare una diminuzione delle tariffe. Questo significa che il sistema di calcolo mensile delle tariffe funziona: il precedente sistema trimestrale non avrebbe avuto un impatto così immediato sul cliente”, spiega ancora Besseghini
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IL MERCATO TUTELATO – Per molti italiani il problema dei rincari del gas è attutito dal mercato tutelato, nel quale le condizioni economiche e contrattuali sono regolate dall’Arera. Il governo Meloni ha posticipato di un anno la sua fine, portandola al 1°gennaio 2024 come per il mercato elettrico. Secondo stime recenti, le famiglie italiane sotto mercato tutelato sono circa 7,3 milioni su un totale di 20,4 milioni, poco meno del 36%
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E CHI È NEL MERCATO LIBERO? – Quasi il doppio invece le utenze ad oggi nel mercato libero: sono infatti 13 milioni, il 64% del totale. “Dipende dal contratto stipulato con l’operatore, se ha un prezzo fisso o variabile, o se, come è nella stragrande maggioranza dei casi, quel prezzo è indicizzato a un listino, come il Psv italiano o il Ttf olandese. Ci sono clienti che usufruiscono di prezzi più bassi del mercato e altri che invece sono rimasti scottati. Ma è chiaro che se il prezzo scende sul mercato sono i primi a giovarsene in bolletta”, sostiene Besseghini
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IL TEMPO MITE AIUTA – In tutto questo aiuta il tempo mite presente in quasi tutta Italia, che permette di risparmiare gas. Come spiega il presidente di Arera, “nelle prime due settimane di dicembre le temperature erano più rigide e il prezzo del metano era alto perché gli operatori di mercato non escludevano che restasse così. Poi sono salite e ora il grande lavoro fatto sugli stoccaggi di metano ci permette di essere più sereni, visto che i depositi sono pieni di gas all’84%, l’anno scorso eravamo al 68%”
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FUNZIONA ANCHE LA STRATEGIA DI RISPARMIO – Contribuisce anche il piano di risparmio energetico varato dal precedente governo, che ha accorciato la stagione dei riscaldamenti di due settimane e ridotto di un grado le temperature nelle abitazioni a consumo centralizzato

E L’ELETTRICITÀ? – L’Arera stima che il calo delle quotazioni, unito all’intervento dell’attuale governo, porterà il prezzo di riferimento dell’energia elettrica nel primo trimestre del nuovo anno a scendere del 19,5% rispetto al trimestre precedente

E LA BENZINA? – Qui c’è il vero problema per Giorgia Meloni: infatti, l’attuale esecutivo non ha prorogato il taglio delle accise del governo Draghi, che aveva permesso un calo prima di 30,5 centesimi e poi di 18 centesimi al litro. Il risultato è che adesso la benzina vola fino ai 2 euro al litro. Un rincaro che, unito a quelli dei pedaggi autostradali, delle polizze Rc auto e dei biglietti dei mezzi pubblici nelle grandi città, può costituire un vero e proprio problema politico
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