Iran, Meta autorizza post su Facebook con slogan "Morte a Khamenei"

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Lo slogan, fa sapere l'organismo che controlla i contenuti sui social network, non costituirebbe una minaccia violenta, in quanto sarebbe utilizzata con il significato di "abbasso Khamenei"

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La piattaforma Meta, che controlla i social network Facebook e Instagram e le app di messaggistica istantanea WhatsApp e Messenger, ha assunto una posizione netta contro la repressione del dissenso in atto da diversi mesi in Iran, particolarmente calda anche online.

L'azienda ha infatti deciso di ritornare sui propri passi autorizzando la pubblicazione sui profili Facebook dello slogan "Morte a Khamenei". L'incitazione non è infatti da intendersi come un'autentica minaccia violenta, come ha stabilito l'Oversight Board, l'organismo dell'azienda adibito al controllo dei contenuti circolanti sui social network.

Nessuna violazione delle regole

La dicitura (in persiano "margh bar Khamenei") infatti, avrebbe un'accezione più morbida e un utilizzo più ampio di come si evince dalla versione italiana, traducibile come "Abbasso Khamenei", non costituendo una reale incitazione alla violenza nei confronti della guida suprema Ali Khamenei e di conseguenza non violando le regole che determinano ciò che si può pubblicare sui social o meno. Lo slogan è stato definito dal Board come "retorico e politico", non come "una minaccia credibile".

L'Oversight Board opera in maniera indipendente rispetto a Meta e prendendo spunto proprio dalla gestione del dibattito social sulla repressione in atto in Iran, ha esortato l'azienda a sviluppare strategie migliori per tenere conto del contesto generale prima di bloccare l'utilizzo di determinate diciture.

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Meta si è infatti schierata contro le rivolte dei bolsonaristi, che ha definito "evento di violazione", rimuovendo dai suoi social tutti i contenuti e gli slogan che sostengono e appoggiano le azioni in questione. 

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