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Usa, scarcerata dopo 20 anni Ana Montes, la spia cubana nel governo di Washington

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©IPA/Fotogramma

Era stata arrestata nel 2001 con l’accusa di tradimento, per aver passato informazioni ai castristi. “Ha compromesso tutto ciò che sapevamo di Cuba”, ha raccontato nel 2012 al Congresso il capo del controspionaggio Michelle Van Cleave. Nonostante adesso sia libera, gli agenti federali la terranno comunque sotto controllo per cinque anni e il suo utilizzo di internet verrà monitorato

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Una detenzione lunga più di 21 anni si è ormai conclusa. Ana Montes, spia cubana negli Stati Uniti, è libera: era detenuta dal 2001 in un carcere di massima sicurezza con l’accusa di aver tradito Washington, vendendo le informazioni a L’Avana. Un’accusa grave per una persona che aveva non solo fratello e sorella che lavoravano nei rami dell'intelligence, più precisamente nell'FBI, ma che operava essa stessa nel governo: infatti, Montes ricopriva il ruolo di analista presso la Defense Intelligence Agency. “Ha compromesso tutto ciò che sapevamo di Cuba e come operavamo sull'isola. I cubani erano ben consapevoli delle informazioni in nostro possesso e potevano usarlo a loro vantaggio. Inoltre, ha potuto influenzare le stime su Cuba nelle sue conversazioni con i colleghi e ha anche trovato l'opportunità di fornire informazioni che ha acquisito ad altri poteri”, ha dichiarato al Congresso nel 2012 Michelle Van Cleave, che era a capo del controspionaggio sotto il presidente George W. Bush.

La sua storia

Ciò che si sa dell’infanzia di Ana, di origine portoricana, è che nasce in Germania in una base statunitense nel 1957 e che ha un rapporto conflittuale con suo padre Alberto, che svolgeva il ruolo di medico militare. Un conflitto interiore che si salda con le sue posizioni politiche. Si schiera infatti apertamente contro il sostegno di Washington ai contras del Nicaragua, avvenuto durante la presidenza di Ronald Reagan. Una posizione che viene notata mentre frequenta la John Hopkins University a Washington, dove viene avvicinata prima da un compagno di studi e poi da un agente cubano. Accetta di lavorare sotto copertura per il governo castrista e, dopo un viaggio sull’isola in gran segreto, torna in patria e inizia a lavorare nel Dipartimento della Difesa nel 1984, prima come dattilografa e poi con compiti sempre più importanti, nonostante una segnalazione che evidenziasse le sue posizioni politiche borderline nei confronti della politica estera americana. La sua ascesa è irresistibile ma le idee non mutano e restano quelle della citazione che troveranno nel suo ufficio, tratto dall’opera “Enrico V” di William Shakespeare: “Il re è informato di ogni loro intenzione: non se lo sognano nemmeno quello che lui ha intercettato”.

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L’ascesa e la caduta

Ana fa carriera al Dipartimento: sale di livello, partecipa alle riunioni, diventa analista senior per Cuba e riceve addirittura un encomio dal direttore della Cia nel 1997. In questi tredici anni non porta via niente dall’ufficio ma impara tutto a memoria e, una volta a casa, riporta tutte le informazioni su un floppy disc da consegnare ad un agente cubano sotto copertura, da incontrare rigorosamente in incognito al ristorante, soprattutto in quelli cinesi in prossimità della metro. Gli ordini, invece, li riceve attraverso i numeri in codice trasmessi sulle onde corte. Sacrifica tutto per la causa, persino la sua vita privata: il governo castrista le procura un amante di ufficio, ma non funziona. Quando tutto sembrava pronto per il passaggio alla Cia, dove si sarebbe occupata della lotta al terrorismo di Al Qaeda, una soffiata dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale (NSA) la porta all’arresto, il 21 settembre 2001. Nonostante il carattere stoico e la capacità di resistere anche alla macchina della verità, viene condannata a 25 anni di reclusione e liberata dopo poco più di 21.

 

Sarà tenuta sotto controllo

Adesso però che è libera non finiranno le limitazioni: Montes rimarrà sotto supervisione per 5 anni dopo il suo rilascio e il suo utilizzo di Internet verrà monitorato. Le sarà anche vietato lavorare per il governo o contattare agenti stranieri senza permesso. “Quella parte della sua vita in cui faceva la spia è ormai finita. Ha fatto quello che ha fatto per loro e adesso non riesco a immaginarla rischiare la sua libertà”, ha dichiarato a CBS News Pete Lapp, uno degli agenti che l’ha arrestata. Chissà che invece, come riportano alcune indiscrezioni, non torni nella sua patria di origine: Porto Rico.

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