Gänswein scuote il Vaticano: “Distruggere carte di Ratzinger”. Papa: “Dio è nel silenzio”

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L’arcivescovo tedesco e segretario di Benedetto XVI, in un libro in uscita la prossima settimana, rivela: “I fogli privati devono essere distrutti. Ho ricevuto da lui precise istruzioni relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza”. Ma sono diverse anche le critiche rivolte a Bergoglio, che nell’omelia di oggi ha detto: “Adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio, del potere e delle false notizie”

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A poco più di 24 ore dai funerali di Benedetto XVI, in Vaticano sono forti le tensioni per gli sfoghi del segretario di Ratzinger, monsignor Georg Gänswein. L'arcivescovo tedesco nelle ultime ore ha rivolto critiche non proprio velate contro Papa Francesco, contenute soprattutto nel libro Nient'altro che la verità, scritto con il giornalista Saverio Gaeta e che uscirà la prossima settimana. E Papa Bergoglio nell’omelia della messa di oggi sembra in qualche modo aver voluto rispondere parlando di “tradimenti” e “false notizie”, oltre che riformando la diocesi di Roma con un testo normativo.

Gänswein: “I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti”

Fra le varie cose rivelate da Gänswein, anche la volontà di Ratzinger che le sue carte private vengano distrutte: “I fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Questo vale senza eccezioni e senza scappatoie” - dice l’arcivescovo tedesco - Ho ricevuto da lui precise istruzioni, con indicazioni di consegna che mi sento in coscienza obbligato a rispettare, relative alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza”. Gänswein rivela anche che, oltre al testamento spirituale che è stato pubblicato dal Vaticano, Ratzinger ha lasciato “annotazioni relative ad alcuni lasciti e doni personali, per il cui adempimento ho il compito di esecutore testamentario, sono state aggiornate via via nel corso degli anni, fino alla più recente aggiunta del 2021”. Si potrebbe trattare di un testamento materiale con lasciti relativi alle sue collezioni di libri e musica, il segretario di Benedetto XVI non lo precisa, ma è verosimile che una parte di questi beni terreni detenuti dal Pontefice emerito possano essere destinati alla sua amata Baviera.

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Gänswein: “Non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi”

Nel libro, Gänswein parla anche del caso di Emanuela Orlandi, la ragazza cittadina vaticana scomparsa nel 1983 e mai più trovata: “Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste". Ma la legale della famiglia Orlandi fa sapere: "Lo andai a trovare alla Prefettura della Casa Pontificia quando ancora esercitava in modo sostanziale il munus di Prefetto e fu lui stesso a dirmi, tra le altre cose, che esisteva, eccome, un dossier riservato su Emanuela e che avrei dovuto insistere per farmelo consegnare dalla Segreteria di Stato. Quando gli chiesi di conoscerne il contenuto, o almeno qualche elemento di esso, ribadì che avrei dovuto indirizzare le mie richieste alla Segreteria di Stato. Spero le pagine del libro siano chiarificatrici".

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Papa Francesco: “Il Signore s'incontra nell'umiltà e nel silenzio”

Fra le indiscrezioni sul libro diverse riguardano Papa Francesco, che nell’omelia di oggi ha detto: “Adoriamo Dio e non il nostro io; adoriamo Dio e non i falsi idoli che ci seducono col fascino del prestigio e del potere, con il fascino delle false notizie”. Poi parlando della fede ha detto che significa anche affrontare “sofferenze che scavano nella carne”. “In questi momenti si levano dal nostro cuore quelle domande insopprimibili, che ci aprono alla ricerca di Dio” e tra queste: “Dov'è quell'amore che non passa, che non tramonta, che non si spezza neanche dinanzi alle fragilità, ai fallimenti e ai tradimenti?”. E sempre nell'omelia della messa per l'Epifania ha ribadito come non ci sia spazio per quella parte di cattolici che guarda più alla forma che alla sostanza e che non si mettono in discussione: “La fede non cresce se rimane statica; non possiamo rinchiuderla in qualche devozione personale o confinarla nelle mura delle chiese, ma occorre portarla fuori, viverla in costante cammino verso Dio e verso i fratelli”. Una risposta che suona come una replica indiretta a un'altra delle accuse di mons. Gänswein, quella di aver “spezzato il cuore” a Benedetto XVI decidendo di limitare il ricorso alla messa in latino. Poi all'Angelus Bergoglio ha ribadito: “Il Signore s'incontra così: nell'umiltà e nel silenzio”.

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Bergoglio riforma la diocesi di Roma

Bergoglio manda anche un altro segnale riformando la diocesi di Roma, quella più vicina al Vaticano e che per il Papa deve essere più “missionaria” e più legata a lui. Mette dunque nero su bianco che il cardinale vicario, Angelo De Donatis, “non intraprenderà iniziative importanti o eccedenti l'ordinaria amministrazione senza aver prima a me riferito”. Una stretta nel governo della Chiesa, a partire da Roma, che potrebbe dare l'idea del nuovo corso che il Pontefice intende intraprendere. È un testo normativo nel quale Bergoglio non rinuncia a fare dei rilievi contro chi esce dal seminato: “La Chiesa perde la sua credibilità quando viene riempita da ciò che non è essenziale alla sua missione o, peggio, quando i suoi membri, talvolta anche coloro che sono investiti di autorità ministeriale, sono motivo di scandalo con i loro comportamenti infedeli al Vangelo”.

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