A pochi giorni dalla scomparsa del pontefice emerito, il suo ex segretario personale torna al momento in cui Papa Francesco lo congedò da capo della Prefettura della Casa Pontificia nella sua biografia "Nient'altro che la Verità"
Sono dichiarazioni forse inaspettate quelle scritte da Monsignor Georg Gaenswein nella sua biografia "Nient'altro che la Verità" (edita da Piemme) a pochi giorni dalla morte del Papa emerito Joseph Ratzinger.
Padre Georg, storico segretario personale di Ratzinger, sia quando era cardinale sia dopo l'elezione al soglio pontificio, ha infatti ripercorso nel libro il periodo del 2020 quando Papa Francesco lo "congedò" da capo della Prefettura della Casa Pontificia.
Decisione sofferta
"Rimasi scioccato e senza parole", scrive Gaenswein nella biografia, raccontando di essersi sentito "un prefetto dimezzato" in virtù della decisione del pontefice. "Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro", avrebbe detto il Papa, secondo quanto riferisce Gaenswein.
L'arcivescovo tedesco riporta anche la risposta ironica che avrebbe pronunciato Ratzinger in merito alla decisione del suo successore al soglio di San Pietro: "Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode". Nel libro si parla anche di una lettera di intercessione che il pontefice emerito avrebbe scritto a Francesco, per cercare, invano, di fargli cambiare la sua decisione.
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La questione messa in latino e il caso Orlandi
Nel libro di prossima uscita, Padre Georg ricorda anche altri particolari sugli ultimi anni di vita del pontefice emerito. Su tutti spicca il commento al Motu proprio "Traditionis custodes" con cui Papa Francesco nel 2021 ha di fatto posto un veto sul rito tridentino, ovvero la messa in latino, da sempre difesa e sostenuta con forza da Benedetto XVI.
Ratzinger nel 2007 aveva infatti firmato il Motu proprio "Summorum Pontificum", con il quale si proponeva di "aiutare coloro che avevano semplicemente trovato una casa nella messa antica a trovare una pace interiore". "Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu proprio con dolore nel cuore", commenta l'ex segretario pontificio.
Gaenswein si è espresso infine anche sul presunto "dossier Orlandi", negando l'esistenza dello stesso. "Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste", sono le sue parole contenute nella biografia.