L'artista, protagonista del film premio Oscar “Il cliente”, aveva manifestato sostegno alle iniziative anti-governative. Fermato anche l'avvocato delle giornaliste che svelarono il caso "Amini" e torturata a morte una dottoressa che curava i manifestanti feriti
Taraneh Alidoosti un mese fa si era detta disposta a pagare "qualsiasi prezzo" pur di rimanere in Iran per sostenere le manifestazioni che chiedono la fine della Repubblica islamica. La famosa attrice, interprete del film “Il cliente” è stata adesso arrestata nella sua abitazione a Teheran dopo una perquisizione effettuata dalle forze di sicurezza. L'attrice è stata portata nel carcere di Evin. L'agenzia Tasnim ha riferito che il motivo dell’arresto è aver "pubblicato contenuti falsi e distorti e incitato al caos".
"Smetterò di lavorare e combatterò per la mia casa"
A inizio novembre, Alidosti aveva pubblicato sui social una sua foto senza hijab, con in mano un cartello con lo slogan delle proteste 'Donna, vita, libertà". In un altro post aveva dichiarato: "Resterò, smetterò di lavorare, sarò al fianco delle famiglie dei prigionieri e delle persone uccise ed esigerò il rispetto dei loro diritti. Combatterò per la mia casa. Pagherò qualsiasi prezzo per difendere i miei diritti e, soprattutto, credo in ciò che stiamo costruendo insieme oggi".
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L'ultimo post della Alidoosti
Il post più recente su Instagram, che contava più di 8 milioni di follower non risulta più accessibile e risale all'8 dicembre scorso, nel giorno della prima impiccagione di uno dei manifestanti arrestati nel corso della repressione messa in atto dalle autorità. "L'Iran ha giustiziato un manifestante", aveva scritto Alidoosti, "un ragazzo di 23 anni arrestato, processato e ucciso in meno di due mesi. Il suo nome è Mohsen Shekari. Ogni organizzazione internazionale che rimane a guardare questo bagno di sangue e non prende misure e' una disgrazia per l'umanità".
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Coro di appelli per la liberazione dell'attrice
Celebrità e gruppi per i diritti hanno lanciato appelli per la sua liberazione. "Questa coraggiosa attrice iraniana è stata arrestata", ha scritto su Instagram la collega Golshifteh Farahani, anche lei attrice e attivista, da anni emigrata all'estero per problemi con le autorità. "Taraneh Alidoosti e' una delle attrici più talentuose e acclamate dell'Iran... Spero che sia libera di continuare a rappresentare presto la forza del cinema iraniano", ha twittato Cameron Bailey, capo del Toronto International Film Festival.
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Presidio davanti al carcere di Evin
Decine di personaggi famosi del cinema hanno organizzato un raduno davanti al famigerato carcere di Evin, a nord di Teheran, per sostenere l'attrice. Tra i partecipanti la regista Rahshan Banietemad, l'attore Peiman Moadi e le attrici Hengameh Ghaziani e Mitra Hajjar. Le ultime due sono state anch'esse arrestate per un breve periodo di recente. Alidoosti è stata infine autorizzata oggi ad avere un breve colloquio telefonico con il padre per informarlo che si trova nella cella 209 di Evin, nel braccio del carcere riservato ai casi di sicurezza nazionale, e per chiedere le sue medicine
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Arrestato anche l'avvocato di attivisti e giornalisti
Arrestato anche Mohammad Ali Kamfirouzi l'avvocato di diversi attivisti e giornalisti. A riportarlo è il quotidiano di ala riformista Ham Mihan. L'arresto porta a 25 il numero degli avvocati detenuti in relazione alle proteste, secondo la testata. Il difensore di Kamfirouzi, Mohammad Ali Bagherpour, ha riferito di non essere a conoscenza delle accuse mosse nei confronti del suo assistito.
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Curava manifestanti: “torturata a morte”
Aida Rostami, una dottoressa di 36 anni che nelle ultime settimane aveva curato a Teheran i manifestanti feriti, è stata torturata a morte. Lo stato in cui è stato trovato il suo corpo smentisce senza alcun dubbio l'ipotesi dell'incidente stradale accreditata invece dalle autorità iraniane, come già accaduto per altri casi simili. La notizia della morte della donna, scomparsa a inizio settimana e poi restituita senza vita alla famiglia, sta destando sconcerto e shock. In Iran non si placa neanche l'ondata di arresti, migliaia da quando sono iniziate le rivolte, e sale ad almeno 469 morti il bilancio delle vittime secondo l'ong con sede in Norvegia Iran Human Rights.