Iran, non si fermano esecuzioni: altre 11 persone condannate a morte

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Dopo quasi tre mesi dall'inizio delle proteste nel Paese, condanne e arresti rimangono all'ordine del giorno: tra i condannati anche l'ex calciatore Amir Nasr - Azadani

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Non sono bastate le esecuzioni di Mohsen Shekari e Majidreza Rahnavard, i due giovani 23enni, giustiziati rispettivamente l'8 e il 12 dicembre, con l’accusa di “inimicizia contro Dio”. Non sono bastate neanche le promesse alla Corte di non eseguirle più, perché nel braccio della morte sono finite altre undici persone. Undici secondo quanto dichiarato dalla Magistratura Iraniana, almeno una dozzina in più invece quelli contati dagli attivisti.

Da ormai quasi tre mesi il Paese non ha pace. Dal 16 settembre, quando sono scoppiate le proteste in seguito all’uccisione di Mahsa Amini, si susseguono morti e arresti. 

Il caso di Amir Nasr - Azadani

Tra i condannati a morte figura anche Amir Nasr – Azadani, ex calciatore 26enne, che ha militato nella massima categoria iraniana (Rah – Ahan, Tractor e Gol – e Rayhan, le squadre in cui ha giocato).  È stato arrestato e condannato alla pena di morte per aver sostenuto le proteste a favore delle donne nel suo Paese.

Continuano gli arresti

Non si fermano neanche gli arresti. Secondo quanto emerso, i tribunali della provincia di Teheran hanno provveduto alla condanna di oltre 400 persone. Ali Alghasi-Mehr, capo della magistratura iraniana, ha reso noto che 160 persone sono state condannate a pene tra i cinque ed i dieci anni di carcere, 80 a pene tra i due ed i cinque e altre 160 a pene fino a due anni.  Inoltre, sono circa 70 inoltre i giornalisti arrestati dall’inizio delle proteste e almeno 35 sarebbero ancora deteuti secondo quanto riportato da Iran International.

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