Iran, eseguita la condanna a morte di un altro manifestante

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Majidreza Rahnavard è stato giustiziato questa mattina a Mashhad, con l'accusa di aver ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare, e averne feriti altri quattro a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, durante le proteste scatenate dopo la morte di Mahsa Amini. È il secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato giovedì scorso. Il Consiglio Ue ha approvato nuove sanzioni all'Iran per le repressioni alle manifestazioni

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Proseguono le condanne a morte in Iran, in riposta alle proteste che da mesi attraversano il Paese. Un manifestante, Majidreza Rahnavard, è stato giustiziato questa mattina a Mashhad, con l'accusa di aver ucciso due Basiji, componenti della forza paramilitare fondata dall'ayatollah Khomeini. Secondo l'agenzia di stampa della magistratura Mizan, Rahnavard è stato condannato per 'muharebeh' (la 'guerra contro Dio') per aver accoltellato a morte due Basiji, Hossein Zeinalzadeh e Danial Rezazadeh, e averne feriti altri quattro a Mashhad, nella provincia di Khorasan Razavi, il 17 novembre, durante la rivolta in atto dal 16 settembre, dopo la morte in custodia di Mahsa Amini, accusata di avere indossato l'hijab in modo 'improprio'. Intanto oggi il Consiglio Ue ha approvato nuove sanzioni all'Iran sia per le repressioni alle manifestazioni sia per il ruolo di assistenza alla Russia nella guerra in Ucraina. Nel primo caso ha aggiunto 20 persone e un ente all'elenco delle persone soggette a misure restrittive nell'ambito del regime di sanzioni sui diritti umani in vigore in Iran, nel secondo ha aggiunto quattro persone e quattro entità. A sua volta l'Iran ha deciso di imporre sanzioni a 10 persone e 5 entità europee: lo ha dichiarato in un comunicato il Ministero degli Esteri di Teheran, aggiungendo che le sanzioni sono un'azione di ritorsione all'imposizione di sanzioni da parte degli Stati europei. "Gli individui e le entità europee hanno anche sostenuto gruppi terroristici e incoraggiato la violenza e il terrorismo, che hanno portato ad atti terroristici e alla violazione dei diritti umani contro il popolo iraniano", ha aggiunto il comunicato.

Cosa sappiamo

Majidreza Rahnavard aveva 23 anni ed è stato ucciso dopo soli 23 giorni dall'arresto con un processo in tempi lampo. L' agenzia di stampa Meezan, affiliata alla Magistratura della Repubblica islamica, ha pubblicato, come riporta Bbc Persian, le immagini dell'esecuzione in una delle strade di Mashhad, nel nord est dell'Iran. Le immagini mostrano che durante l'esecuzione molti agenti si coprivano il volto e l'area era bloccata con blocchi di cemento. L'avvocato iraniano Pegah Bani Hashemi ha detto alla Bbc Persian che l'attuale situazione della magistratura è inaccettabile, affermando che l'esecuzione 23 giorni dopo l'arresto ricorda i tribunali sul campo e osserva che il processo non è stato mai così veloce. Secondo gli attivisti per i diritti umani, Rhanavard è stato duramente picchiato durante la detenzione, tanto da subire durante l'arresto la frattura di un braccio. Successivamente è stato esposto alla tv di Stato mentre confessava gli omicidi, secondo gli osservatori e gli attivisti sotto la pressione delle autorità. È il secondo manifestante giustiziato dopo Mohsen Shekari, impiccato giovedì scorso, anche lui condannato per ‘muharebeh’, per aver partecipato a un blocco stradale e ferito un Basiji durante le proteste. "L'esecuzione dei manifestanti non può essere una risposta alle manifestazioni" di protesta, ha commentato il governo francese, dopo l'uccisione del secondo manifestante in Iran.

L'ex calciatore iraniano Amir Nasr-Azadani, di 26 anni, è stato condannato a morte per aver preso parte alle proteste contro il regime. TWITTER  ++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA++NPK

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Magistratura: "Accuse su esecuzioni non ci preoccupano"

Ruguardo al clamore interno e internazionale per la seconda esecuzione, legata alle proteste in corso in Iran, il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei. ha detto: "Siamo precisi e veloci durante i processi equi dei nostri casi giudiziari e non badiamo alle chiacchiere e alla volontà altrui. Non siamo preoccupati di essere incolpati da nessuno". Secondo quanto riferiscono i social media, la famiglia di Rahnavard ha detto di aver ricevuto una telefonata alle 7:00 di stamani con qualcuno che diceva: "Andate al cimitero sezione 66 per trovare vostro figlio sepolto". L'avvocato Mohsen Borhani ha sottolineato che esiste un video che mostra che le forze Basijis armate hanno attaccato per prime i manifestanti, compreso Rahnavard, ma non è mai stato pubblicato.

Tre ayatollah criticano l'esecuzione dei manifestanti

Un gruppo di noti ecclesiastici ha criticato duramente l'esecuzione dei manifestanti Majidreza Rahnavard e Mohsen Shekari. "Chiunque sia accusato di 'Muharebeh' (guerra con Dio) o 'corruzione sulla terra' non dovrebbe essere necessariamente giustiziato", ha dichiarato all'Ilna un membro dell'Assemblea degli esperti ed ex capo della Corte Suprema, l'ayatollah Morteza Moghtadai, aggiungendo che secondo l'Islam tali accuse sono legate alla guerra, non agli scontri tra una o due persone. Anche un membro dell'Assemblea del Seminario di Qom, l'Ayatollah Mohammadali Ayazi, ha dichiarato all'Ilna che la Muharebeh viene usata in tempo di guerra, non per le proteste o gli scontri di piazza, soprattutto quando i manifestanti si difendono dagli attacchi delle forze di sicurezza. "La partecipazione a qualsiasi cerimonia organizzata da questo regime tirannico è haram (religiosamente proibita) fino a quando non sospenderanno le esecuzioni", ha annunciato un altro ayatollah, Mahmoud Amjad, che è istruttore al seminario di Qom.

Iran Human Right: "Decine di condanne a morte"

Per il direttore di WIran Human Rights", ong con sede ad Oslo, Mahmood Amiry-Moghaddam il ragazzo è stato "condannato a morte per una confessione forzata, dopo un processo spettacolo altamente ingiusto". La ong parla di "dozzine di condanne a morte" e denuncia "il serio rischio di esecuzioni di massa di dimostranti". Secondo i media dissidenti, i condannati alla pena capitale dopo l'arresto durante le proteste sono almeno 28. 

Anche un attore e un ex calciatore condannati a morte

In Iran il clima di terrore è alimentato dalla diffusione di notizie su nuove condanne a morte: ieri è stata fatta trapelare la decisione della pena capitale per l'ex calciatore Amir Nasr-Azadani, di 26 anni, e per il coetaneo attore teatrale Hossein Mohammadi. Entrambi detenuti dopo essere stati ai cortei dilagati in Iran in seguito alla morte di Mahsa Amini. Per i giudici della Repubblica islamica i due sono 'traditori', hanno compiuto atti di 'guerra', hanno minato la sicurezza del popolo e quindi meritano di morire. Il capo del tribunale di Isfahan, Asadollah Jafari, ha dichiarato che l'ex calciatore delle squadre Sepahan e Tractor è "uno dei 9 imputati nel caso in cui tre agenti di sicurezza sono stati martirizzati durante i disordini del 25 novembre". Ad Azadani, arrestato il 27 novembre, viene contestato di essere membro di un "gruppo armato e organizzato che opera con l'intenzione di colpire la Repubblica islamica dell'Iran". Sul destino di Mohammadi ha deciso invece un tribunale di Karaj: l'artista fa parte di un gruppo di cinque persone arrestate il 5 novembre, tutte condannate alla pena di morte. Intanto, Bbbc Persian riporta che un gruppo di prigioniere politiche nel reparto femminile della prigione di Evin a Teheran ha annunciato un sit in nell'ufficio dell'ufficiale di guardia del reparto per protestare contro le esecuzioni di manifestanti e a sostegno degli scioperi e delle proteste di piazza.

Il caso di Sedarat Madani

Resta sospeso invece tra la vita e la morte Sedarat Madani, il 23enne che avrebbe dovuto essere impiccato ieri: il suo principale accusatore, l'agente Mohammad Reza Qonbartalib, ha scritto su Twitter di aver perdonato Sedarat e che la pena è stata "sospesa e rinviata". Ma la magistratura iraniana non ha confermato la sospensione. In precedenza, in un altro tweet poi cancellato, Qonbartalib aveva annunciato solo il rinvio di 48 ore dell'esecuzione. Intanto sui social si moltiplicano i messaggi di attivisti e gente comune con la richiesta di far tornare a casa arrestati e condannati.

Rilasciati su cauzione due attrici e un regista

Sempre ieri, due attrici e un regista teatrale sono stati rilasciati su cauzione in Iran dopo essere stati detenuti per dieci giorni per aver girato un video che "violava la legge", ha scritto l'agenzia di stampa Isna. "Il regista teatrale Hamid Pourazari e le attrici Soheila Golestani e Faezeh Aeen sono stati rilasciati domenica sera", ha affermato Isna. Sono stati accusati di aver girato un video, diventato virale, in cui Soheila Golestani cammina in un parco, a capo scoperto e vestita di nero, fermandosi ai piedi di una scalinata e fissando la telecamera, prima di essere raggiunta da altre nove donne e cinque uomini che assumono la stessa posa.

epa10359146 A woman holds a placard during a rally in Berlin, Germany, 10 December 2022. The women and girls rights non-profit-organization Terre des Femmes and other groups called for a rally in solidarity with protesters in Iran, on the occasion of the international Human Rights Day. Further rallies were expected to take place in Hamburg, Cologne, Frankfurt, Stuttgart und Munich.  EPA/CLEMENS BILAN

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Ue invita a porre fine alle condanne a morte

L'Ue ha oggi invitato "le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla pratica fortemente condannabile di imporre ed eseguire condanne a morte contro i manifestanti, nonché ad annullare senza indugio le recenti condanne alla pena capitale già pronunciate nel contesto delle proteste in corso e a garantire un giusto processo a tutti i detenuti". Bruxelles aveva annunciato "dure" misure per condannare la repressione delle proteste pacifiche e oggi ha aggiunto 20 persone e un ente all'elenco delle persone soggette a misure restrittive nell'ambito del regime di sanzioni sui diritti umani in vigore in Iran.

Le sanzioni dell'Iran a 10 individui e 5 entità europee

Poche ore prima della decisione dell'Ue, Teheran aveva già preparato una ritorsione e ha annunciato sanzioni contro 10 individui e 5 entità europee. Nella lista compaiono politici e militari tedeschi e anche il settimanale satirico francese Charlie Hebdo, che nei giorni scorsi aveva indetto una competizione internazionale per vignettisti chiedendo di inviare una caricatura della Guida suprema dell'Iran Ali Khamenei.

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