Portogallo, il Parlamento ha approvato la depenalizzazione dell’eutanasia

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Il testo di legge riscritto stabilisce che l'eutanasia non è punibile per legge nel caso in cui una persona maggiorenne propenda per una “decisione reiterata, seria, libera e lucida in situazione di grande sofferenza causata da lesione definitiva di estrema gravità o malattia grave e incurabile”

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Il Parlamento portoghese ha approvato la legge sulla depenalizzazione dell'eutanasia. I gruppi parlamentari, però, non si sono mossi in maniera compatta. Le sinistre e i liberali di Iniziativa liberale, infatti, hanno votato in maggioranza a favore, ma con il voto contrario dei comunisti e di sei deputati del gruppo socialista. L'estrema destra e la maggioranza dell'opposizione socialdemocratica, poi, hanno votato contro, ma con sei deputati socialdemocratici a favore e con alcuni astenuti.

Un iter articolato

Proprio la differente varietà di posizioni dei parlamentari portoghesi ha confermato le difficoltà legate all'iter, piuttosto articolato, della legge sull'eutanasia nel Paese. Approvata per la terza volta in due anni, la stessa legge era già stata bocciata due volte. Prima, dalla Corte costituzionale a marzo 2021 e, a novembre dello stesso anno, dal veto del Presidente della Repubblica, che aveva avanzato alcuni dubbi sull'ambiguità della terminologia adottata per definire la malattia “fatale” o “incurabile”.

Cosa prevede la legge

Il testo riscritto, adesso, stabilisce che l'eutanasia non è punibile per legge nel caso in cui un maggiorenne propenda per una “decisione reiterata, seria, libera e lucida in situazione di grande sofferenza causata da lesione definitiva di estrema gravità o malattia grave e incurabile”. Il procedimento avrà la durata di due mesi, durante cui il paziente potrà affidarsi all'assistenza di uno psicologo clinico, e prevede anche l'obbligo di un parere favorevole emesso da una commissione ad hoc formata da magistrati, medici, infermieri più uno specialista in bioetica. L’iter, ora, prevede che la legge venga nuovamente inviata alla Corte costituzionale, mentre proprio di recente sia l'estrema destra sia la destra socialdemocratica avevano tentato di rinviare ancora una volta la votazione in plenaria, attraverso la richiesta di referendum.

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