Suicidio assistito, morto in Svizzera malato terminale Parkinson accompagnato da Cappato

Cronaca

"Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale", ha spiegato Cappato, protagonista in questi anni di tante battaglie sul tema della dignità del fine vita

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E' morto in una clinica svizzera con suicidio assistito Romano, 82 anni, di origini toscane e residente a Peschiera Borromeo, nel Milanese, accompagnato nel Paese elvetico da Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni. A dare la notizia la figlia dell'82enne, Francesca, in un video spiegando che "avrebbe voluto morire in casa circondato dai suoi cari". Il tesoriere dell' Associazione Luca Coscioni domani si autodenuncerà ancora una volta a Milano e rischia "di nuovo fino a 12 anni di carcere". Cappato ha detto: "E' indegno per un Paese civile continuare a tollerare l'esilio della morte in clandestinità"

La vicenda

Cappato era in Svizzera per dare seguito alla "richiesta di aiuto" ricevuta da un uomo affetto da Parkinsonismo atipico, che aveva chiesto di essere accompagnato nel Paese elvetico per accedere legalmente al suicidio assistito

"Disobbedienza civile"

"Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale", ha spiegato Cappato, protagonista in questi anni di tante battaglie sul tema della dignità del fine vita. Si tratta di una "nuova disobbedienza civile", chiarisce, "dal momento che la persona accompagnata non è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, quindi, come la 69enne veneta Elena Altamira", malata terminale di cancro morta in Svizzera la scorsa estate con suicidio assistito, "non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Dj Fabo per l'accesso al suicidio assistito in Italia".

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