La blogger romana, liberata lo scorso 10 novembre, e l’allenatrice iraniana di pallavolo condannata a morte, hanno condiviso la prigionia per più di un mese. “Un giorno – scrive Alessia sul suo profilo Instagram – è uscita per andare in infermeria e non è più tornata"
Sono state nella stessa cella per 34 giorni: Alessia Piperno e Fahimeh Karimi accomunate “dallo stesso dolore e dalle stesse paure”. La blogger romana, liberata lo scorso 10 novembre, e l’allenatrice iraniana di pallavolo condannata a morte per aver dato un calcio a un paramilitare durante una manifestazione, hanno condiviso la prigionia per più di un mese. “Un giorno – scrive Alessia sul suo profilo Instagram – è uscita per andare in infermeria e non è più tornata. Ho cercato il suo nome ogni giorno da quando sono tornata, per controllare se avessero liberato anche lei. Invece mi sono trovata davanti a un articolo con il suo volto con scritto 'condannata a morte'. Cosa serve per fermare tutto questo? Cosa c... serve?".
La dedica a Fahimeh Karimi
"Tra di noi non ci sono state grandi conversazioni, dal momento che io non parlavo farsi e lei non parlava inglese” scrive ancora la giovane romana che affida a Instagram il racconto di quei giorni nelle carceri iraniane e dedica alla sua compagna di celle parole di speranza: "Sei bianca come quel muro, sarà che a forza di guardarlo, ha mangiato i tuoi respiri. Siamo nascoste in un punto cieco qui, le tue urla sono come il silenzio, fai a pugni con la porta e calpesti le tue stesse lacrime. "AZADI! AZADI!" Ti canto Bella ciao, e tu ti metti a piangere, altre volte mi batti le mani. Vorrei dirti di più, ma che ti dico? Ho paura, anche io”. E ancora: "Fatimah, Athena, Mohammed. Continui a gridare i nomi dei tuoi figli, avranno sentito il tuo eco o l'amore non viaggia attraverso le sbarre? Aprono quella porta perché fai troppo rumore, ma siamo carne senza vita noi, e ci schiacciano come foglie secche, ascolta, loro non hanno cuore. Ti butti a terra con la testa tra le mani, premi con le dita contro le tue tempie, vuoi strappare i tuoi pensieri, farli uscire dalle tue orecchie, sono sabbie mobili, lo so bene. Domani è un giorno nuovo, magari saremo libere, anche se sì, hai ragione, te l'ho detto anche ieri. Arriva la pasticca che ci canterà la ninna nanna, ti prendo la mano, è quel poco che posso fare, metti la testa sotto la coperta, almeno lì le luci sono spente, guarda il cielo, le vedi anche tu le stelle? Buona notte Fahimeh".