Usa, rapita a 2 anni nel 1971 e ritrovata grazie al Dna

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L'incredibile storia è iniziata nella città di Forth Worth nel 1971 e si è conclusa, con un finale degno di Hollywood, lo scorso weekend in South Carolina con l'incontro tra Melissa Highsmith, i suoi genitori e i suoi fratelli e sorelle

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Una donna del Texas rapita da bambina 51 anni fa si è riunita alla sua famiglia dopo che hanno usato un kit per il test del Dna fatto in casa per rintracciarla. Melissa Highsmith aveva 22 mesi quando è stata rapita nell'agosto 1971 dalla babysitter dell'appartamento della sua famiglia a Fort Worth. La madre di Melissa, Alta Apantenco, in un primo momento era stata aanche accusata dalla polizia di aver ucciso sua figlia e aver nascosto il crimine. La famiglia ha trascorso più di cinque decenni alla ricerca di Melissa, prima che una corrispondenza del Dna su un campione analizzato dall'azienda 23andMe fornisse una svolta nel caso.

Manifesto della scomparsa di Melissa

La vicenda

La donna non aveva neanche due anni quando la madre, single e con pochi mezzi, decise di mettere un avviso sul giornale alla ricerca di una babysitter che si potesse occupare della figlia quando era al lavoro. Una donna rispose all'annuncio e qualche giorno dopo si presentò per prendere Melissa senza che la madre l'avesse mai incontrata prima. Neanche quel giorno, che segnerà per sempre la vita della bambina e della sua famiglia, Alta poteva essere presente così decise di affidare la piccola alla sua coinquilina che la consegnò alla babysitter. Da quel momento delle due si persero le tracce. La famiglia non ha mai smesso di cercare Melissa e ogni anno, il giorno del suo compleanno, le ha organizzato una piccola festa con tanto di torta e palloncini. 

Swiss guard commandant Daniel Anrig stands during a ceremony on May 6, 2010 at The Vatican in memory of the Swiss guards who died during the sack of Rome. The Swiss guards protected Pope Clement VII at castel San Angelo during the sack of Rome on May 6, 1527. AFP PHOTO / POOL / FILIPPO MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

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Foto della famiglia di Melissa

Il ritrovamento

La svolta lo scorso settembre, quando la famiglia ha ricevuto un messaggio anonimo che la figlia perduta si trovava a Charleston, in South Carolina, a quasi 2.000 chilometri dal luogo in cui fu rapita. Lì è cresciuta con il nome di Melanie Walden e lì si è ricongiunta con la madre, il padre Jeffrie e due dei suoi quattro fratelli dopo che un test del Dna ha certificato che si trattava proprio di lei. Incredibile la gioia di Alta che in questi anni, oltre al terribile senso di colpa, ha dovuto subire insinuazioni e accuse di aver ucciso la figlia. Melissa si è detta "sopraffatta" da quello che è successo ma che "è l'emozione più bella del mondo". Ha anche rivelato di aver avuto un'infanzia difficile e di essere scappata di casa a 15 anni. "Non mi sono sentita amata da bambina", ha raccontato. "La mia infanzia è stata piena di abusi, sono scappata, ho vissuto per strada. Ho fatto quello che dovevo fare per sopravvivere", ha detto ancora Melissa, che ora sogna di risposare suo marito così che suo padre la possa accompagnare all'altare. La vicenda straordinaria lascia molte domande.

Lo sfogo sui social

Il reato è ormai prescritto ma la polizia di Fort Worth ha assicurato che continuerà a indagare. "Il nostro ritrovamento di Melissa è stato dovuto al Dna con una ricerca di tre settimane, non certo grazie alle indagini della polizia o dell'FBI e ci sono state anche molte speculazioni sulla nostra storia", ha scritto una delle sorelle in un post su Facebook e nella pagina dedicata proprio alla scomparsa di Melissa è scritto a caratteri cubitali: "Il Dna vince questa ricerca!".

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