Guerra delle targhe tra Serbia e Kosovo: negoziato fallito, nessun accordo

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Le tensioni, in corso da mesi tra i due Paesi, riguardano soprattutto la decisione del governo del Kosovo di obbligare i serbi kosovari a usare targhe automobilistiche kosovare al posto di quelle serbe. Si temono, ora, scontri e violenze tra le due parti

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La Francia ha esortato la Serbia ed in particolare il Kosovo ad accettare la proposta Ue per superare la disputa sulle targhe automobilistiche, dopo il fallimento dei colloqui attribuito da Bruxelles a Pristina. La proposta di compromesso formulata dall'Ue, si legge in una nota del ministero degli Esteri, "ribadisce il sostegno pieno alla mediazione europea" e si auspica il progredire "nella direzione della prospettiva europea dei due Paesi". Inoltre la Francia ha esortato "le parti a continuare le discussioni nei prossimi giorni in uno spirito di compromesso e ad attuare gli accordi già raggiunti", evitando "qualsiasi azione unilaterale che possa alimentare tensioni". In Kosovo le persone di origine serba sono circa 100mila su una popolazione totale di 1,8 milioni. La maggior parte di loro circola ancora su auto con targhe serbe, risalenti al 1999, quando il Kosovo si separò dalla Serbia. 

L'accordo sfumato

Le tensioni riguardano soprattutto la decisione del governo del Kosovo di obbligare i serbi kosovari a usare targhe automobilistiche kosovare al posto di quelle serbe. La questione, negli ultimi mesi, si è caricata di significati nazionalisti ed è diventata una delle principali ragioni di dissidio tra i due Paesi. L’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Josep Borrell, che mediava i negoziati tenuti a Bruxelles, ha detto che l’Unione Europea ha presentato ai due leader una proposta di accordo per appianare le tensioni, ma che l’incontro è terminato con un nulla di fatto. "I presidenti Vucic e Kurti hanno un’importante responsabilità per il fallimento dei colloqui e per qualsiasi escalation e violenza che potrebbe verificarsi sul campo nei prossimi giorni", ha sottolineato Borrell. 

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