Kosovo, in 10 mila protestano contro il governo urlando "Siamo serbi"

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La manifestazione si è svolta ieri nella città di Mitrovica per contestare il licenziamento di un funzionario che si era rifiutato di cambiare la targa serba del proprio veicolo con quelle ufficiali come prescritto dalla legge entrata in vigore lo scorso 1 novembre. Un episodio che riaccende le tensioni tra la minoranza e le autorità di Pristina 

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Non si fermano gli episodi di tensione in Kosovo tra il governo e la parte serba della popolazione dopo l’entrata in vigore, il primo novembre, della legge che impone l’utilizzo di targhe ufficiali del Paese in luogo di quelle di Belgrado. L’ultimo è avvenuto ieri, quando 10mila persone hanno manifestato nella città di Mitrovica per affermare la loro appartenenza alla Serbia e il rifiuto del potere di Pristina.

La protesta

"Questa è la Serbia" recitava lo slogan scandito dai membri del corteo mentre alle finestre di molte case sventolavano bandiere serbe distribuite nelle ore precedenti dai leader locali. "Basta con gli abusi, i maltrattamenti, l'oppressione e le violazioni dei diritti dei serbi in Kosovo", ha dichiarato Goran Rakic, ministro delle Comunità regionali e leader della Lista serba, principale partito serbo nel Paese, sostenuto dal governo di Belgrado. A riaccendere le tensioni, è stato il licenziamento a inizio settimana di un funzionario che si era rifiutato di cambiare la targa del proprio veicolo come previsto dalla nuova normativa. Un episodio che nei giorni precedenti alla manifestazione ha portato alle dimissioni in massa di funzionari serbi del Kosovo. 

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I nodi della questione

Nei mesi precedenti, il dossier delle targhe automobilistiche aveva risvegliato gli antagonismi serbo-kosovari, mai sopiti dopo il rifiuto della Serbia di riconoscere l’indipendenza del Kosovo dichiarata unilateralmente nel 2008. Proprio per questo motivo, spinta anche dalla mediazione di Bruxelles, Pristina aveva deciso di rimandare l'entrata in vigore della relativa legge all’1 novembre. Una mossa rivelatasi insufficiente a evitare nuove tensioni, come aveva previsto la Commissione Europea che da tempo continua a chiedere la normalizzazione delle relazioni tra i due Stati. Si stima che circa 150mila  persone di etnia serba vivano in Kosovo, metà delle quali peraltro concentrate in quattro comuni del Nord. 

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