Iran, proteste a Teheran e in altre città: arresti e almeno 12 morti

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Secondo i media locali, terroristi armati a bordo di motociclette hanno sparato in diverse città  contro le forze di sicurezza e i manifestanti scesi in piazza , seminando terrore e morte nel terzo mese dall'inzio delle proteste nel paese islamico

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Notte di violenza e sangue in Iran. Ancora morti e feriti a distanza di tre mesi dalla scomparsa di Mahsa Amini, la 22enne uccisa dalla polizia dopo l'arresto del 13 settembre scorso perché indossava in modo scorretto il velo islamico. "Donna, vita, libertà" lo slogan dei manifestanti in molte città del Paese. A Teheran, Gorgan e Isfahan le persone hanno danzato intorno ai falò. Ma gruppi di terroristi , secondo i media locali, hanno approfittato del caos cittadino per seminare terrore. Almeno 12 le vittime di tre attacchi armati. 

Terroristi in motocicletta hanno sparato su dimostranti       

 

 A Ize, nel sud ovest del Paese, un gruppo di uomini armati a bordo di motociclette ha sparato sui passanti e sulla polizia nel mercato centrale della città uccidendo almeno sette persone e ferendone 15. Tra le vittime anche una donna 45enne, un'adolescente e un bambino di 9 anni.  Tre sospetti sono stati arrestati, ha riferito Ali Dehqani, direttore del Dipartimento di Giustizia del Khuzestan. Nella città di Isfahan c’è stato un altro attacco. Uomini armati sempre a bordo di motociclette hanno sparato contro le forze di sicurezza uccidendo due militanti islamici e ferendone altri otto. Inoltre, tre persone sono morte nella città di Semirom.

Un post sul profilo Twitter di Siavash Ardalan: ''Never too early for a French kiss in public; a young Iranian couple in the city of poets, Shiraz, find time in the midst of a deadly nation wide revolt against the ruling clerics, to celebrate life''. La foto ritrae il bacio di due sconosciuti a Shiraz, in Iran.
TWITTER SIAVASH ARDALAN
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ (NPK)

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Tre giorni di sciopero e proteste più intense

 

Da martedì i manifestanti hanno indetto tre giorni di scioperi e proteste più intense del solito per commemorare quello che in Iran viene chiamato il “novembre di sangue” cioè la terribile repressione messa in atto dal regime durante le proteste antigovernative nel 2019, in cui si stima che furono uccise circa 1.500 persone. Manifestazioni in numerose città del Paese dove diversi negozi sono stati chiusi e alcuni negozianti hanno gridato "morte al dittatore" riferendosi al leader supremo dell'Iran, Ali Khamenei. Almeno 326 persone, tra cui 43 minorenni, sono state uccise nella repressione della polizia, secondo l'Ong Iran Human Rights. Le persone arrestate, secondo stime dell’Onu, sarebbero 14 mila. Il regime sostiene che almeno 30 tra poliziotti e altri membri delle forze dell’ordine siano stati uccisi.

 

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