Giappone, lost in transition? Il piano per la "neutralità carbonica" entro il 2050

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Pio D'Emilia e Flavio Maspes

Quattro dei cinque leader dei paesi più inquinanti del mondo non partecipano alla COP 27 di Sharm el Sheik. Tra questi, il premier giapponese Fumio Kishida. Eppure il Giappone è l’unico paese, in questa “lista nera” ad aver annunciato un dettagliato piano di transizione energetica, per raggiungere la cosiddetta “neutralità carbonica" entro il 2050.  Il reportage dei nostri inviati Pio d’Emilia e Flavio Maspes

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Il Giappone è ancora ai primi posti tra i paesi più inquinatori del mondo. In quinta posizione, per l’esattezza, dopo Cina, Usa, India e Russia. Ma è anche  l’unico di questa “lista nera” ad avere annunciato ufficialmente una road map per il raggiungimento della cosiddetta “neutralità” carbonica. Il nuovo piano energetico nazionale presentato alla stampa dal premier Fumio Kishida lo scorso luglio - ma non ancora formalmente approvato dal Parlamento – prevede la riduzione del 46% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Obiettivi ambiziosi, per raggiungere i quali il governo punta su un ulteriore, deciso aumento delle rinnovabili (dall’attuale 18% al 36-38%) e del nucleare (dall’attuale 6% al 20-22%) e da una consistente, anche se da molti considerata ancora insufficiente, riduzione delle energie derivanti dal fossile (gas, carbone, petrolio), il cui contributo dovrebbe scendere dall’attuale 76% al 41%.

La Cop27 di Sharm

In occasione dell’importante appuntamento di Sharm el Sheik, dove i rappresentanti di 194 paesi tenteranno di raggiungere, l’ennesimo, difficile accordo su come affrontare l’emergenza climatica, abbiamo realizzato un reportage sulla “transizione energetica” in atto, non senza perplessità, dubbi e contraddizioni, in Giappone.

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Il reportage di Sky TG24

Il reportage è suddiviso in tre parti. La prima, che inizia con l’oramai storica firma del Protocollo di Kyoto, 25 anni fa, affronta il delicato – e spesso contraddittorio – rapporto che il Giappone ha con la natura. Da un lato, anche attraverso la religione indigena, lo shintoismo, la divinizza in ogni sua forma, dall’altro ha da secoli ingaggiato – e continua a combattere – una vera e propria guerra senza esclusione di colpi. Di questo abbiamo parlato con Aileen Mioko Smith, che  assieme allo scomparso marito Eugene, grande fotografo di Life Magazine, ha coraggiosamente documentato lo scandalo Minamata, l’avvelenamento da mercurio che ha colpito negli anni alla fine degli anni ’50  migliaia di abitanti nel sud del Giappone, causato dallo scarico in mare di sostanze proibite da parte di un’azienda svizzera. E anche con Alex Kerr, scrittore e yamatologo, autore di numerosi saggi tra i quali “La bellezza del Giappone segreto” (Lost Japan) è stato di recente tradotto in italiano. Nel reportage anche una visita all’isola di Amami-Oshima, dove un piccolo ma risoluto gruppo di ambientalisti cerca di impedire che una delle poche spiagge incontaminate del Giappone venga sepolta sotto una colata di cemento. (GIAPPONE, LOST IN TRANSITION? GUARDA IL REPORTAGE DI SKY TG 24 - LA PRIMA PARTE)

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La seconda puntata

La seconda puntata è dedicata alla situazione attuale del Giappone e il dibattito sul nuovo piano energetico. Con particolare attenzione allo sviluppo delle nuove energie rinnovabili – settore in cui anche l’Italia sta offrendo il suo contributo, con investimenti diretti nella produzione di energia solare. E in un'intervista esclusiva, l’ex premier Naoto Kan ci spiega la nuova frontiera dell’agrovoltaico: pannelli solari di nuova generazione che non impediscono, ma anzi favoriscono, la coltivazione delle terre su cui vengono installati. (GIAPPONE, LOST IN TRANSITION? GUARDA IL REPORTAGE DI SKY TG 24 - LA SECONDA PARTE)

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La terza puntata

Infine, nella terza e ultima puntata parliamo del futuro del Giappone: ce la farà a mantenere gli impegni assunti? Basteranno i nuovi investimenti nelle rinnovabili (solare, eolico, idrogeno, ammoniaca) a soddisfare il fabbisogno energetico? Riuscirà a rilanciare davvero l’energia nucleare, stante la netta opposizione della stragrande maggioranza dei cittadini? Al momento, dei 54 reattori in funzione prima dell’incidente di Fukushima, solo una decina hanno ricevuto il nulla osta per riprendere le operazioni. Ma solo 5 sono di fatto ripartiti. Gli altri sono bloccati dall’opposizione degli abitanti. E i sindaci, cui spetta l’ultima parola, non sembrano voler forzare la situazione, mettendo a rischio la loro rielezione. (GIAPPONE, LOST IN TRANSITION? GUARDA IL REPORTAGE DI SKY TG 24 - LA TERZA PARTE)

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