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Migranti, Ue: "Salvare vite in mare è un obbligo legale e morale"

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©Ansa

La portavoce della Commissione, Anitta Hipper, è intervenuta sui casi delle navi Humanity e Ocean Viking: "Stiamo seguendo la situazione a stretto contatto e abbiamo visto che ci sono tre navi con persone a bordo che hanno chiesto aiuto". Bruxelles, ha specificato, "non è responsabile del coordinamento" delle azioni di salvataggio in mare. Tajani chiede "il rispetto delle regole". Intanto Sos Med ha chiesto assistenza a Grecia, Spagna e Francia

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Risale ormai a 9 giorni fa la direttiva del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che intimava alle navi umanitarie di tenersi alla larga dalla acque italiane. Allora erano due, la Humanity 1 e la Ocean Viking. Si è aggiunta successivamente la Geo Barents ed ora sono tre le imbarcazioni in stand by a poche miglia dalle coste siciliane.  "Stiamo seguendo la situazione a stretto contatto”, ha detto la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper, spiegando che Bruxelles “non è responsabile del coordinamento" delle azioni di salvataggio in mare ma "occorre sottolineare che è un obbligo morale e legale" per gli Stati membri salvare persone in mare. 

Si lavora alla ridistribuzione dei migranti

Hipper ha fatto sapere anche che la Commissione Europea sta attivamente sostenendo i colegislatori, il Consiglio e il Parlamento, ad attivare il trilogo il prima possibile sulla proposta per l'immigrazione ora che è stato raggiunto un accordo politico per concludere il lavoro entro il 2024. Per quanto riguarda invece il meccanismo di solidarietà sul trasferimento dei migranti, al momento si registrano 8.000 mila offerte di rilocalizzazioni e 38 candidati che hanno accettato. Il meccanismo può essere utilizzato anche per ridistribuire i migranti al momento bloccati sulle navi al largo dell'Italia.

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Tajani a Berlino: sui migranti chiediamo rispetto regole

Ieri la Germania era intervenuta sul tema chiedendo al governo italiano "di prestare velocemente soccorso" alle organizzazioni civili impegnate nel salvataggio “di vite umane nel Mediterraneo". Per il Berlino, "salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante. Secondo le informazioni fornite da SOS Humanity sulla nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche”. Parole a cui oggi ha risposto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, specificando che sull'immigrazione "abbiamo chiesto soltanto il rispetto delle regole, lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza".

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Il ministro degli Esteri: "Serve collaborazione con tutti i Paesi europei"

Prima di recarsi al G7 Esteri di Muenster, il titolare della Farnesina ha fatto oggi tappa proprio a Berlino per partecipare al Summit sui Balcani occidentali presso la cancelleria di Olaf Scholz, dove ha detto: "Con un Paese amico e grande interlocutore come la Germania dobbiamo collaborare tantissimo, poi quando c'è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell'immigrazione, lo facciamo con determinazione, ma per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini".  Anche durante il vertice Tajani ha ripetuto che "serve una collaborazione fra tutti i Paesi europei, ma anche con i paesi dei Balcani, per fermare l'immigrazione illegale, perché rischia di diventare un problema sempre più grave per tutti quanti noi". 

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Sos Med chiede assistenza a Grecia-Spagna-Francia

Intanto la nave Ocean Viking, che ha a bordo 234 migranti soccorsi nei giorni scorsi al largo della Libia, ha chiesto assistenza a Grecia, Spagna e Francia. "Nonostante le ripetute richieste ai centri di coordinamento per il soccorso di Malta e Italia - afferma la Ong Sos Mediterranee - non è stato ancora indicato un porto sicuro" alla nave, "che rimane nell'incertezza". "Questo blocco in mare - sottolinea il coordinatore della Ong Nicola Stalla - non è solo moralmente vergognoso ma disattende importanti previsioni legislative del diritto marittimo internazionale e del diritto umanitario". I 234 naufraghi a bordo, sottolinea ancora la Ong, "devono sbarcare urgentemente: ecco perché abbiamo chiesto alle autorità marittime di Grecia, Spagna e Francia, che sono le più 'in grado di fornire assistenza' (come recitano le norme internazionali), di facilitare la designazione di un porto sicuro per lo sbarco di uomini, donne e bambini". 

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“Italia e Malta hanno voltato le spalle a donne e bambini”

Secondo Sos Mediterranee, sia le autorità italiane che quelle maltesi "hanno voltato le spalle a queste donne, bambini e uomini". "La situazione a bordo della Ocean Viking sta precipitando - dicono dalla Ocean Viking - le previsioni meteo annunciano vento forte, onde alte e un abbassamento delle temperature entro la fine della settimane e le scorte si stanno esaurendo". "I naufraghi - ribadisce Nicola Stalla - devono sbarcare senza ulteriori ritardi. Siamo di fronte ad un'emergenza assoluta e ogni ulteriore giorno di attesa potrebbe avere conseguenze potenzialmente letali.

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Come funziona il meccanismo di solidarietà su ridistribuzione migranti

Il meccanismo temporaneo di solidarietà è stato concordato nel giugno scorso su iniziativa della presidenza di turno francese per rispondere alle difficoltà migratorie degli Stati membri di primo ingresso che si affacciano sul Mediterraneo. A firmarlo sono stati 18 Paesi dell'Ue - tra cui l'Italia - e tre Paesi associati. Il contributo assume la forma di ricollocamento (presa in carico in uno Stato membro di richiedenti asilo già registrati in un paese di primo ingresso) o, per i Paesi che non accettano questa forma di solidarietà, si prevedono altri contributi o finanziari o di personale per la gestione dei confini. Oltre all'Italia, hanno firmato l'accordo Germania, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Invece Polonia, Ungheria, Austria, Danimarca, Estonia, Lettonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia non hanno aderito.

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