Un Kennedy in Ucraina, il nipote di Bob ha combattuto per il Paese

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In prima linea nella Legione Straniera contro la Russia di Vladimir Putin. Il nipote di Robert F. Kennedy, si è arruolato in gran segreto rivelando solo a una persona che stava partendo per non far preoccupare la sua famiglia e gli amici

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Non un Kennedy alla Casa Bianca, ma un Kennedy in prima linea. Conor, il nipote di Robert F. Kennedy, si è arruolato in gran segreto nella Legione Straniera per combattere contro l’invasione russa. Nessuno o quasi sapeva della sua decisione. A casa, negli Stati Uniti, lo aveva confessato a una sola persona per "non far preoccupare la famiglia e gli amici". E anche al fronte aveva comunicato la sua vera identità a un unico militare così da evitare trattamenti preferenziali. Una volta tornato in Patria con un lungo post su Instagram, accompagnato dalla foto in tenuta militare, l’erede dei Kennedy ha raccontato della sua permanenza in Ucraina: "Non è stata lunga. Mi è piaciuto essere un soldato più di quanto mi aspettavo". Il 28enne ha detto "Ero pronto a morire" per Kiev.  

"La guerra plasmerà il destino della democrazia"

Conor è partito senza "esperienza militare" ed è stato mandato al "fronte nord orientale". Su Instagram ha commentato così la sua permanenza in Ucraina “So di essere fortunato a essere tornato. La vita è breve e la ricompensa per aver trovato il coraggio e aver fatto del bene è sostanziale", ha ammesso. Nel post ha anche parlato delle cose "orribili" che ha visto e ha lodato gli altri militari della Legione Straniera definendoli dei "veri combattenti per la libertà". La guerra "plasmerà il destino della democrazia in questo secolo", ha aggiunto Conor, attivista ambientale arrestato nel 2013 per aver manifestato davanti alla Casa Bianca contro l'oleodotto Keystone XL.  

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Il racconto di Robert Kennedy jr

Il 28enne è rientrato negli Stati Uniti qualche giorno fa, ha raccontato il padre Robert Kennedy Jr. descrivendo la sua angoscia dopo aver appreso dov'era dalle bollette telefoniche sulla carta di credito del figlio che rivelavano una telefonata dalla Polonia e una, l'ultima, dall'Ucraina. "Sono contento di non aver saputo dove andava - ha ammesso -. Sono volato sulla costa orientale per accoglierlo al rientro e sentire il suo racconto".

 

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