Le dichiarazioni rilasciate dall'arcivescovo lussemburghese all'Osservatore Romano: "Nel Regno di Dio nessuno è escluso: anche i divorziati risposati, anche gli omosessuali, tutti. Non è un club esclusivo". Nessuna apertura invece su eutanasia e aborto
Nel Regno di Dio "nessuno è escluso: anche i divorziati risposati, anche gli omosessuali, tutti. Il Regno di Dio non è un club esclusivo. Apre le sue porte a tutti, senza discriminazioni". Lo dice il cardinale e arcivescovo lussemburghese Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece (vescovi Ue) in un'intervista all'Osservatore Romano con il direttore Andrea Monda e Roberto Cetera. "Tanti nostri fratelli e sorelle ci dicono che , qualunque sia l'origine e causa del loro orientamento sessuale, di certo non se lo sono scelto. Non sono 'mele guaste'". Sulla benedizione delle coppie gay: "Pensate che Dio possa mai 'dire-male' di due persone che si vogliono bene?", ha detto il Cardinale.
Ma "non c'è spazio per un matrimonio sacramentale"
Sulle coppie gay il cardinale Hollerich, nell'intervista all'Osservatore Romano, aggiunge: "Non penso che ci sia lo spazio per un matrimonio sacramentale tra persone dello stesso sesso, perché non c'è il fine procreativo che lo caratterizza, ma questo non vuol dire che la loro relazione affettiva non abbia nessun valore". "Mi interesserebbe di più discutere di altri aspetti del problema. Per esempio: la crescita vistosa dell'orientamento omosessuale nella società da cosa è determinata? Oppure perché la percentuale di omosessuali nelle istituzioni ecclesiali è più alta che nella società civile?", aggiunge. Poi sottolinea che cerca "di mantenere un rapporto personale vivo con i giovani. Perché prima di essere cardinale sono un prete; un pastore. E io vedo costantemente è che i giovani smettono di considerare il Vangelo, se hanno l'impressione che noi stiamo discriminando. Per i giovani di oggi il valore più alto è la non discriminazione. Non solo quella di genere, ma anche etnica, di provenienza, di ceto sociale. Sulle discriminazioni si arrabbiano proprio!".
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Contrarietà assoluta su eutanasia e diritto all'aborto
Il cardinale afferma però tutta la sua contrarietà all'eutanasia e all'aborto. Dopo una piccola apertura sui diritti delle persone omosessuali, non si può dire infatti lo stesso su fine vita e interruzione di gravidanza. "Credere nella vita eterna, significa però credere che la vita eterna è già qui, ora. E che come tale va vissuta, e goduta. Sono molto spaventato in tal senso da una montante concezione funzionalistica della vita, per cui se non funziona la si butta. Mi ha terrorizzato vedere nei Paese Bassi l'estensione della pratica dell'eutanasia anche ai malati psicologici. Anche questo è frutto della pervadente ideologia consumistica: una volta se si rompeva la televisione la portavi dal riparatore, e le scarpe dal calzolaio; oggi li butti. E lo stesso vorrebbero fare con la vita, se non 'funziona', se diventi un peso per la società ti buttano via. Lo stesso vale per l'inizio della vita: mi preoccupa sentire nel parlamento Europeo chi invoca l'attribuzione dello status di diritto 'fondamentale' all'aborto, perché se è un diritto fondamentale allora è un diritto assoluto e quindi non ammette più un rifiuto di coscienza. Anche questo è assurdo. Ricordiamoci sempre che la vita, anche se limitata, è bella".