L'esponente conservatore, che era ai domiciliari da gennaio, ha aperto il fuoco contro gli agenti della polizia mentre stavano eseguendo un nuovo mandato di arresto nei suoi confronti. A pochi giorni dalle presidenziali, l'episodio ha infuocato un dibattito già accesissimo
Infuria la polemica in Brasile dopo che Roberto Jefferson, ex deputato conservatore, ha sparato diversi colpi di fucile e ha lanciato delle granate contro gli agenti della Polizia federale che volevano arrestarlo. L’ex esponente del Partito laburista brasiliano, sostenitore di Bolsonaro, era agli arresti domiciliari da un anno per atti antidemocratici.
La revoca dei domiciliari
La Corte Suprema nella giornata di sabato aveva preso la decisione di portare Jefferson in prigione revocando i domiciliari a cui era sottoposto da gennaio. Il politico (e avvocato), con precedenti per corruzione e riciclaggio di denaro, scontava una pena per attacchi alla democrazia dall’agosto del 2021. Sabato il giudice Alexandre de Moraes ne aveva disposto nuovamente il ritorno in cella, nonostante la sue precarie condizioni di salute, per via dei pesanti insulti rivolti sui social alla collega del Supremo Tribunale Federale, Carmen Lucia. Ma quando gli agenti si sono presentati al suo domicilio, Jefferson si è opposto al mandato d’arresto aprendo il fuoco contro le forze dell’ordine. Si sarebbe trattato, secondo quanto riporta il quotidiano brasiliano Folha de São Paulo, di 20 proiettili e di due granate. Due agenti sono rimasti feriti nell’aggressione, ma non sono in gravi condizioni.
Dibattito infuocato e accuse reciproche tra candidati
L'aggressione è avvenuta in un momento particolarmente complesso per il Brasile che domenica andrà alle urne per il ballottaggio tra la sinistra di Luiz Inacio Lula da Silva (Pt) e l'attuale presidente di destra, Jair Bolsonaro (Pl), in un clima di crescenti tensioni e di scontro totale. “Roberto Jefferson non è solo un criminale, ma uno dei principali alleati del nostro avversario: è il volto di quello che predica Bolsonaro”, ha twittato Lula. Se il sindacalista attacca, Bolsonaro si difende, accusando il leader del Pt di seminare odio e menzogne. Bolsonaro ha diffuso, immediatamente dopo l’arresto, un video in cui definiva Jefferson un “bandito” e esprimeva solidarietà nei confronti delle forze dell’ordine. Sebbene stia facendo di tutto per prendere le distanze da Jefferson, questo episodio complica le cose per Bolsonaro, che sta cercando di fare presa sugli indecisi utilizzando negli ultimi discorsi pubblici prima del voto un tono decisamente più moderato.