
Ales Bialiatski, chi è il vincitore del premio Nobel per la Pace 2022. FOTO
Il dissidente bielorusso, al momento in carcere senza processo, ha ottenuto il riconoscimento insieme a due organizzazioni per i diritti umani: la russa Memorial e l’ucraina Center for Civil Liberties. Bialiatski ha 60 anni ed è noto, tra l'altro, per il suo lavoro con la Ong Viasna Human Rights Centre of Belarus

Il Nobel per la Pace 2022 è stato conferito al dissidente bielorusso Ales Bialiatski (al momento in carcere) e a due organizzazioni: all'organizzazione per i diritti umani russa Memorial e all'associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties. Una scelta che ha una valenza apertamente anti-Putin e di ferma condanna della guerra in Ucraina. “Il Premio Nobel per la pace non è contro Vladimir Putin, ma in favore del rispetto dei diritti civili”, ha spiegato il Comitato norvegese. Ecco chi sono i vincitori
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L'Ong russa Memorial è stata fondata nel 1989, nel pieno del processo della Perestroika voluto da Mikhail Gorbaciov, quando l'Unione sovietica era vicina al suo crollo, per studiare e denunciare le violazioni e i crimini commessi durante il terrore imposto dal regime di Stalin. Inizialmente era divisa in due sezioni, una per documentare i crimini stalinisti una per i diritti umani nelle zone di conflitto, in area sovietica e anche fuori
Nobel per la pace all’attivista bielorusso Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie
Strutturata più come movimento che come organizzazione, a dicembre 2021 Memorial incorporava 50 Ong russe e altre 11 da altri Paesi, inclusi Ucraina, Germania, Italia, Belgio e Francia. Memorial è stata messa fuorilegge in Russia il 5 aprile di quest'anno come "agente straniero", in base alla legge putiniana sulle Ong, e chiusa
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Il Center for Civil Liberties (Ccl) è una Ong ucraina con base a Kiev, fondata nel 2007 e dedita alla documentazione di crimini di guerra, abusi sui diritti umani e abusi di potere. Ccl si autodefinisce "uno degli attori principali in Ucraina, volto a influenzare l'opinione pubblica e la politica, a favorire lo sviluppo di un attivismo civico, partecipa a network internazionali e nelle azioni di solidarietà per promuovere i diritti umani in ambito Osce". È la prima organizzazione ucraina a ricevere un Nobel per la Pace
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Ales Bialiatski ha 60 anni ed è un attivista per i diritti umani, dissidente bielorusso, ex obiettore di coscienza, noto per il suo lavoro con la Ong Viasna Human Rights Centre of Belarus (di cui è presidente). È nato il 25 settembre 1962 a Viartsilia. Ha anche fondato il Partito Bpf ed è vice presidente della Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh)
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Nel 2011 il regime di Aleksandr Lukashenko lo ha arrestato per presunta "evasione fiscale": una condanna che dissidenti e organizzazioni per i diritti umani considerano politicamente motivata. Rilasciato nel 2014, è stato arrestato di nuovo dopo una violenta perquisizione alla sede di Viasna e condannato a una seconda pena di 7 anni, sempre per presunta evasione fiscale, ed è tuttora in carcere (senza processo). Il nuovo arresto nel 2021, dopo le manifestazioni su larga scala contro il regime nel 2020
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Come ha ricordato il comitato del Nobel per la Pace, Bialiatski è stato uno degli iniziatori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni '80. Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese d'origine, nonostante le autorità governative abbiano ripetutamente cercato di metterlo a tacere. “Nonostante le enormi difficoltà personali, non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia”, si legge nel comunicato
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Bialiatski si è laureato presso la Francishak Skaryna Gomel State University. È anche titolare di un dottorato di ricerca presso l'Accademia bielorussa delle Scienze ed è diventato uno dei massimi studiosi di letteratura bielorussa. Membro della Writers Union, ha anche contribuito a fondare l'Associazione Tutejshyja dei giovani scrittori, della quale è stato presidente tra il 1986 ed il 1989

Nel 1980 è stato parte attiva nelle proteste anti sovietiche e promotore del movimento democratico emerso allora in Bielorussia, contribuendo tra l'altro all'organizzazione di un evento importante: una cerimonia commemorativa presso Kurapaty, un sito dove verso la fine del 1930 si suppone che la Nkvd abbia assassinato migliaia di oppositori politici. Bialiatski ha anche partecipato alla fondazione del "Fronte popolare bielorusso" (Bpf)

L’altra sua grande creatura è il "Centro per i diritti umani Viasna" (Primavera): un'organizzazione con sede a Minsk nata nel 1996 in risposta ai controversi emendamenti costituzionali che hanno conferito al presidente Aleksandr Lukashenko poteri dittatoriali. Viasna fornisce assistenza finanziaria e legale per i prigionieri politici e le loro famiglie

Bialiatsky è sposato dal 1987 con Natallia Pinchuk, conosciuta nel 1982, quando l'attivista era studente presso la Francishak Skaryna Gomel State University e lei studiava al collegio pedagogico di Loeu. Insieme hanno un figlio di nome Adam. Natallia Pinchuk si è detta travolta dalla "commozione" e dalla "gratitudine" per il Nobel assegnato a Bialiatsky. L'attivista ha raccontato di avere due grandi hobby nella vita: la ricerca di funghi e piantare fiori

Tornando agli arresti, per Bialiatski i problemi con la giustizia sono iniziati nel febbraio 2011, quando è stato convocato nell'ufficio del pubblico ministero e avvertito che, non essendo un'organizzazione registrata, se Viasna avesse continuato la sua attività il governo avrebbe dato inizio a un procedimento penale nei suoi confronti. Sei mesi dopo Bialiatski è stato arrestato con l'accusa di evasione fiscale, che comporta fino a 7 anni di reclusione e la confisca dei beni. Si è sempre dichiarato innocente

L'accusa è stata possibile da documenti finanziari rilasciati dai pubblici ministeri di Lituania e Polonia: il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha poi chiesto scusa per un “errore riprovevole" e lo stesso ha fatto la Lituania. A ottobre 2011 l'attivista è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere per "occultamento di reddito su larga scala". L’Onu ha condannato i tribunali bielorussi per l'entità delle accuse, chiedendo il rilascio e definendo la detenzione "arbitraria". Nel 2012 l'ufficio di Viasna a Minsk è stato confiscato dal governo

Il 21 giugno 2014, dopo 1.052 giorni di detenzione in condizioni di salute precarie, dovute soprattutto ai periodi di isolamento, Bialiatski è stato rilasciato dal carcere, 20 mesi prima del previsto. L’attivista è stato arrestato di nuovo il 14 luglio 2021: un arresto arrivato dopo le massicce proteste popolari iniziate nel 2020 contro il regime e contro le elezioni denunciate come truccate dall'opposizione, che hanno mantenuto al potere Alexander Lukashenko, presidente dal 1994

Bialiatski è stato quindi arrestato insieme ad altri sei membri della sua organizzazione in un raid coordinato contro la sede centrale di Viasna e le loro abitazioni. Il raid è stato definito da Human Right Watch "una brutale repressione che fa parte della purga della società civile avviata da Lukashenko". A Bialiatski sono stati di nuovo contestati reati fiscali: da allora si trova in carcere e non è ancora stato processato

Oltre al Nobel per la Pace, per il suo attivismo Bialiatski ha vinto numerosi altri premi e riconoscimenti. Ha ricevuto, ad esempio, il Premio Lech Wasa nel 2012, l'homo homini Award e il Premio Per Anger, il Premio Sakharov del Parlamento europeo nel 2020, il premio Vaclav Havel per i Diritti umani nel 2012 dal Consiglio d'Europa. È stato nominato per cinque volte per il Nobel, vinto solo quest'anno, ed è cittadino onorario di Parigi e, in Italia, di Genova e di Siracusa
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