Guerra in Ucraina, dopo la sconfitta di Lyman in Russia crescono critiche ai militari
La perdita della città, snodo cruciale per i rifornimenti alle truppe russe nella regione, ha causato duri attacchi alla leadership dell’esercito. E a muovere le accuse non è solo il capo ceceno Ramzan Kadyrov, stoppato dal Cremlino sull’uso delle armi tattiche nucleari
La difficile situazione sul campo in Ucraina continua a scuotere le autorità russe, scottate dal rovescio subìto nel corso della controffensiva delle forze di Kiev nella regione di Donetsk. Le truppe di Mosca si sono ritirate da Lyman, centro strategico per il controllo e la protezione dei rifornimenti per gli occupanti
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Il quotidiano russo Nezavisimaya Gazeta, considerato uno dei fogli più fedeli al Cremlino, ha pubblicato un titolo emblematico della situazione: "La resa di Lyman diventa una questione politica”. Lo stesso giornale sottolinea che "per la prima volta dall'inizio dell'operazione militare speciale, alcuni comandanti delle forze armate sono chiamati direttamente in causa con i loro nomi" per il loro operato
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Tra le voci più duramente critiche degli alti ufficiali di Mosca in zona c’è quella di Ramzan Kadyrov: il capo ceceno ha attaccato frontalmente il comandante del Distretto militare centrale, il generale Alexander Lapin, per il ritiro delle truppe da Lyman. Per Kadyrov Lapin avrebbe “dispiegato sul campo forze della autoproclamata Repubblica di Lugansk, ma non ha fornito loro le necessarie comunicazioni e i rifornimenti di munizioni"
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Il leader ceceno però non si è fermato qui: Kadyrov ha infatti aggiunto che due settimane fa il comandante delle forze speciali Akhmat gli aveva riferito dei pericoli, e che lui stesso ne aveva informato il capo di Stato maggiore delle forze armate, Valery Gerasimov. "Ma Gerasimov mi ha assicurato che aveva piena fiducia in Lapin e non credeva possibile un ritiro da Lyman”, ha riferito il leader ceceno
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Le esternazioni di Kadyrov, però, non sembrano gradite dal Cremlino. Che oggi è intervenuto sulla proposta del leader ceceno di considerare l’utilizzo di bombe atomiche tattiche: "L'uso delle armi nucleari da parte della Russia è possibile solo in accordo con la sua dottrina”, e quella di Kadyrov è "una reazione emotiva”, ha fatto sapere il portavoce Dmitry Peskov (In foto)
La voce del leader ceceno non è però l’unica a sollevarsi contro la gestione del conflitto. Al fianco di Kadyrov si è infatti schierato anche l'uomo d'affari Yevgeny Prigozhin, associato dai media occidentali al gruppo di mercenari Wagner. Dure critiche sono state espresse anche dal deputato della Duma ed ex generale Andrey Gurulev, membro del partito Russia Unita del presidente Vladimir Putin
“Non capisco perché non abbiano valutato correttamente la situazione e non abbiano rafforzato le truppe", ha affermato Gurulev, aggiungendo che a suo modo di vedere il problema "non è sul terreno", ma nelle stesse stanze del ministero della Difesa. "Tutto è conseguenza delle politiche seguite là", ha aggiunto
Mentre a Mosca si discute, al fronte la situazione non sembra migliorare: in serata è stato lo stesso ministero della Difesa russo ad ammettere che l'esercito ucraino, "con le sue soverchianti unità blindate", è riuscito a "penetrare le linee di difesa" nei pressi di due villaggi nella regione di Kherson, appena annessa unilateralmente dalla Russia
Sul futuro dei territori sottoposti ai “referendum farsa”, come li hanno definiti gli stati Occidentali, ci sono ancora poche certezze: un punto di domanda rimane su quanta parte delle regioni annesse Mosca rivendicherà effettivamente la sua sovranità. Peskov ha detto in particolare che sui confini delle province di Kherson e soprattutto Zaporizhzhia, in gran parte ancora sotto il controllo ucraino, saranno consultate le popolazioni locali. Anche se non è ancora chiaro attraverso quali strumenti
Intanto gli ucraini denunciano che le forze russe hanno iniziato la mobilitazione forzata della popolazione nel distretto occupato di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia, dove nel frattempo il direttore della centrale nucleare, Ihor Murashov, detenuto dalla scorsa settimana, è stato rilasciato
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