Colorado, 22enne chiama polizia per chiedere aiuto: ucciso da colpi di pistola

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Il giovane sarebbe stato colpito con un taser e poi ucciso da agenti di polizia dopo aver chiamato il servizio di emergenza per ricevere aiuto. Le forze dell'ordine sostengono che il ragazzo fosse diventato pericoloso. Le immagini della bodycam di un ufficiale raccontano una storia diversa: i genitori ritengono si tratti di omicidio 

 

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Il suo SUV era rimasto impantanato e aveva chiamato il servizio di emergenza per ricevere aiuto. Christian Glass sarebbe stato ucciso l’11 giugno da un agente dell'ufficio dello sceriffo della contea di Clear Creek, Colorado. La polizia ha affermato di aver sparato all'uomo di 22 anni mentre quest’ultimo tentava di accoltellare gli agenti. Il filmato della bodycam di un ufficiale sembra contraddire questa versione.

Cos'è successo quella notte

Nel video si vedono gli agenti che avevano risposto alla chiamata mentre circondano la vettura e intimano al ragazzo di scendere. Christian si rifiuta dicendosi “terrorizzato”. A quel punto, i poliziotti notano che il giovane ha con sé un coltello e un martello. Lui si offre di lanciarli fuori dal finestrino ma gli agenti continuano a ripetergli di abbandonare l’auto. La situazione si fa più tesa e Glass alza le mani per mostrare di essere disarmato. Il ragazzo, che secondo gli avvocati della famiglia stava avendo una crisi psicotica, ha più volte rivolto agli agenti le mani congiunte a formare un cuore e ha mandato baci ai poliziotti

“È ora che la notte vada avanti” ha detto uno degli ufficiali in comando. Il video mostra i poliziotti che rompono un finestrino, Glass si agita nella macchina e prende in mano il coltello. Un agente lo colpisce con una beanbag gun, una pistola che spara un sacchetto contenente pallini di piombo, e un altro usa poi un taser. Mentre il giovane si muove in modo convulso sul sedile, un ufficiale gli spara cinque volte. Gli agenti, quindi, rompono il finestrino del guidatore e trascinano il corpo fuori dal veicolo. Il ventiduenne è morto sul posto.

"L'atto di chiamare semplicemente i servizi di emergenza sanitaria non può essere una condanna a morte", ha dichiarato lo studio legale Rathod/Mohamedbhai che rappresenta la famiglia. 

"Si fidava che la polizia venisse ad aiutarlo"

Christian Glass era nato in Nuova Zelanda, aveva la cittadinanza statunitense, neozelandese e britannica. I genitori, durante una conferenza stampa tenuta il 13 settembre,  lo hanno descritto come un "ragazzo gentile ed educato" e un talentuoso atleta, artista e cuoco.  "Era buio ed era davvero preoccupato. Si fidava che la polizia venisse ad aiutarlo. Invece, lo hanno attaccato e ucciso" ha detto il padre, Simon Glass. 

A tre mesi di distanza, la famiglia sta ora facendo pressioni sulle autorità affinché si apra un processo contro gli agenti, ritenuti responsabili della morte del giovane. 

“Un'autopsia ha stabilito che Glass è morto per ferite da arma da fuoco. Ha anche mostrato che aveva un livello di alcol nel sangue dello 0,01% e THC nel suo sistema, oltre ad anfetamina, che, secondo Rathod, sarebbe probabilmente derivante da una prescrizione per il trattamento del Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività" ha riportato NBC News.

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