
Funerali Elisabetta II, tutti i leader dei paesi non invitati, dalla Russia alla Birmania
Alle esequie della defunta regina, scomparsa lo scorso 8 settembre, ci saranno più di 500 capi di Stato e leader stranieri ma alcuni saranno assenti, come il presidente Vladimir Putin o il capo di Stato siriano Bashar Al-Assad, non invitati a causa del pessimo rapporto dei loro Paesi con Londra. Risultano invece nella lista Corea del Nord, Iran e Nicaragua, che però potranno mandare soltanto ambasciatori

Oltre 500 capi di stato e leader stranieri sono attesi a Londra nei prossimi giorni: nella giornata di lunedì 19 settembre si terranno i funerali di Stato della regina Elisabetta a Westminster Hall, chiesa che ha una capacità di 2.200 persone. Eppure, per molti rappresentanti e capi di Stato stranieri, la Gran Bretagna resterà preclusa in occasione di questo evento che avrà una cassa di risonanza mondiale
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MOSCA ASSENTE – Tra le assenze più pesanti, c'è quella della Russia a cui non è arrivato l'invito da Buckingham Palace: sin dall’inizio del conflitto in Ucraina Londra è sempre stata dalla parte di Kiev. Anche per questo dal Cremlino avevano fatto sapere che "il presidente non ci sarebbe stato in ogni caso, ma si sarebbe valutato il protocollo" per decidere chi inviare. Ma per la Gran Bretagna è meglio che non ci sia nessun rappresentante russo
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MINSK ASSENTE – Per le stesse ragioni Londra ha escluso anche la Bielorussia, Paese dal quale sono partiti i tank russi in direzione Kiev e che ha appoggiato sin dall’inizio l’operazione militare di Putin. Una scelta nella quale si intravede anche la mano della nuova premier conservatrice Liz Truss, che ha chiesto a Buckingham Palace di non includere tutti i Paesi sottoposti a sanzioni da parte dell’Occidente
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ASSAD NON CI SARÀ - Altro escluso è il presidente siriano Bashar Al-Assad, per molteplici ragioni. Da anni ormai il Regno Unito non ha relazioni complete con la Siria e viene accusato dall’Occidente di essere un forte alleato del presidente russo Vladimir Putin. È anche ccusato di aver usato armi chimiche sulla sua stessa gente in almeno tre occasioni nel 2017. Per questo motivo non ci saranno rappresentanti di Damasco a Londra
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ASSENTI I TALEBANI – Gli eventi dell’ultimo anno non hanno di certo modificato i rapporti tra Londra e la nuova Kabul conquistata dai talebani nell’agosto 2021. Secondo il governo britannico il governo dell’emirato vìola i diritti delle donne e degli oppositori politici. Anche per questo si è preferito evitare di mandare l’invito
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IL CASO DEL MYAMMAR – Molto simile al caso afghano quello relativo al Myanmar o Birmania. Già dal febbraio 2021 infatti Londra ha ridotto il proprio personale diplomatico nel Paese, a seguito del colpo di Stato militare. Un golpe che, secondo il Regno Unito, ha causato sistematiche violenze contro i civili, le cui rivolte sono sanguinosamente represse, e contro gli attivisti. Per questo il governo di Sua Maestà ha da tempo intensificato il suo sostegno alla comunità Rohingya
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ESCLUSO MADURO – Tra i Paesi dell’America Latina l’unico a non aver ricevuto l’invito è il Venezuela: secondo Londra, il regime del presidente Nicolas Maduro si è macchiato nel corso degli ultimi anni di violenze, omicidi e arresti arbitrari da parte delle forze di sicurezza o di gruppi armati alleati. Per questa ragione l’invito da Buckingham Palace non è partito
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SOLTANTO AMBIASCIATORI – Ci sono Paesi poi che hanno ricevuto un invito soltanto a livello di ambasciatori: ne sono un esempio Corea del Nord, Iran e Nicaragua. Per questi Paesi non ci saranno quindi i capi di Stato e di governo ma soltanto i rappresentanti diplomatici