Archie Battersbee, respinto l’ultimo ricorso: è scontro su dove morirà

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Le spine delle macchine che tengono in vita il 12enne da quattro mesi in una stanza del London Royal Hospital sono pronte a essere staccate dopo una serie di ricorsi giudiziari andati a vuoto da parte dei suoi genitori. Un epilogo inevitabile per i medici e per i giudici. La madre lo vorrebbe trasferire in un hospice vicino a casa ma i medici si oppongono 

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Le spine delle macchine che tengono in vita Archie Battersbee sono pronte a essere staccate dopo una lunga serie di ricorsi giudiziari andati a vuoto e presentati dai suoi genitori. Il 12enne da quattro mesi si trova in una stanza del London Royal Hospital, da quando il 7 aprile cui fu trovato esanime in casa a Southend, nell'Essex, in seguito a un incidente domestico frutto a quanto pare di una sfida di autostrangolamento fra coetanei maturata online. La vicenda che sta dividendo il Regno Unito finirà tra le polemiche, nell’ennesimo braccio di ferro fra ospedali e giustizia da un lato, famiglia dall’altro.

L’epilogo della vicenda

Un epilogo inevitabile per i medici e per i giudici che - come in una sequela di precedenti analoghi - hanno deciso di mettere fine a un'agonia ritenuta ormai senza ritorno. "Un'esecuzione" spietata, nelle parole di mamma Hollie e papà Paul, aggrappati sino all'ultimo alla speranza, che per i medici non esiste più. I verdetti emessi in tutti i gradi di giudizio dalle corti del Regno sono concordi nell'accreditare la diagnosi di morte "altamente probabile" delle cellule cerebrali evocata dai camici bianchi. E hanno deciso senza attendere oltre, malgrado la "comprensibile" opposizione dei familiari, nel nome del supposto "miglior interesse" del bambino. Formule di rito, che alimentano il dolore e l'ira della madre, Hollie Dance: infaticabile nel rifiutare una sentenza di morte fondata su elementi di "probabilità"; oltre che nel denunciare come frettoloso, prematuro e gelido l'atteggiamento di medici, dirigenti ospedalieri e giudici; nell'invocare una proroga “ragionevole". 

The mother of Archie Battersbee, Hollie Dance (left) leaves the Royal Courts of Justice, London. The parents of Archie, 12, have lost their appeal to prevent their son's life support being switched off. Picture date: Monday July 25, 2022. (Photo by Dominic Lipinski/PA Images via Getty Images)

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La battaglia della mamma

La donna è sostenuta sui social media, per strada e nei tribunali dall'ex marito, dal loro avvocato, da associazioni religiose pro life e da gruppi di persone comuni. Ha tentato tutte le strede possibili: dal ricorso al comitato Onu per i diritti delle persone disabili (Unrpd, non riconosciuto dalla giurisdizione britannica), a quello da ultima spiaggia alla Corte Europea di Strasburgo dei Diritti dell'Uomo, dichiaratasi ieri ancora una volta incompetente a "interferire", come in passato di fronte ai casi simbolici simili dei piccolissimi Charlie Gard o Alfie Evans: conclusi nel 2016 e nel 2018 allo stesso modo nonostante la commozione suscitata dai media o la solidarietà di Papa Francesco.

Nessun trasferimento

Non è stata nemmeno presa in considerazione l'ipotesi, avanzata sempre dalla mamma, di trasferire Archie in strutture estere pronte a continuare a garantirgli se non altro - in Paesi "quali il Giappone o l'Italia" - un sostegno vitale a lungo termine. Ora resta sub iudice solo la richiesta estrema d'uno spostamento del ragazzino dall'ospedale di Londra in un hospice dell'Essex più appartato e vicino a casa per "una morte degna": richiesta affidata a un giudice dell'Alta Corte, ma segnato dal parere contrario dei sanitari, timorosi che qualunque trasbordo posse comportare un decesso fuori controllo di Archie. Un ultimo schiaffo "disgustoso alla famiglia", è la reazione di una portavoce dei Battersbee-Dance.

epa06084635 Police stands behind a poster outside the High Court during the Charlie Guard case in London, Britain, 13 July 2017. Connie Yates and Chris Gard earlier 13 July had delivered a petition to Great Ormond Street Hospital calling for Charlie to be allowed to travel and to receive treatment in the US. The High Court is expected to make a decision on the case this Thursday, 13 July.  EPA/ANDY RAIN

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