Dopo 10 giorni è ripartito il gasdotto che rifornisce l’Europa con il gas proveniente dalla Russia. Le forniture sono arrivate al livello del 40%
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Il flusso di gas in arrivo in Europa dalla Russia tramite il gasdotto Nord Stream 1 è ripartito questa mattina, al termine del periodo di manutenzione durato 10 giorni. Lo ha confermato un portavoce di Nord Stream all'agenzia di stampa Afp. Il prezzo gas ha vviato le contrattazioni in calo: ad Amsterdam il prezzo è sceso a 149 euro al megawattora, con una flessione del 3,9%, portandosi ai livelli di inizio luglio.
Flusso gas torna al 40% come prima della chiusura
Le forniture di gas russo attraverso il Nord Stream 1 sono arrivate al livello del 40%, come prima che il gasdotto fosse chiuso per la manutenzione. Lo riferisce la Tass citando il consorzio Nord Stream AG. Il gasdotto ha riaperto come previsto alle 7 ora di Mosca (le 6 ora italiana). Secondo l'operatore ucraino per il trasporto del gas Ogtsu, continuano anche le forniture della Gazprom attraverso l'Ucraina, che oggi dovrebbero arrivare a 42,4 milioni di metri cubi.
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Il piano dell’Ue
Intanto alla Commissione europea è stato presentato un piano che prevede un taglio del 15% al consumo di gas da parte degli Stati membri entro il 31 marzo del 2023. La riduzione è volontaria ma, nel caso in cui l'Ue entri in una fase di "allerta", diventa obbligatoria. Sarà la Commissione, su richiesta di almeno tre Paesi membri, a chiamare l'allerta generale, e sarà ancora Bruxelles a monitorare la riduzione della domanda di gas. Il pacchetto varato si compone di più capitoli e prevede anche un meccanismo di solidarietà da implementare al più presto attraverso accordi bilaterali tra i Paesi membri. Nel testo sono indicati i settori industriali che andrebbero tutelati e si chiede ai governi europei di mettere in campo campagne di sensibilizzazione per ridurre il riscaldamento e il raffreddamento nelle proprie case. Nessun obbligo è previsto per le famiglie, ma il piano invita i governi a rendere vincolante il risparmio su condizionatori e termostati in uffici e locali pubblici. Tra le raccomandazioni ne emerge una sulla quale le associazioni ambientaliste sono pronte a dare battaglia: quella di reintrodurre temporaneamente carbone e diesel nel mix energetico nazionale per sostituire il gas. Anche il price cap, pilastro della strategia italiana, viene citato, seppur in maniera generica.