
Gas, il piano d'emergenza dell'Ue: ridurre i consumi del 15% da agosto a marzo
Da giovedì, termine del periodo di manutenzione, Gazprom sarebbe pronta a riavviare, anche se a flusso ridotto, le esportazioni verso l'Europa attraverso il gasdotto. Ecco come questa scelta potrebbe impattare sul nostro Paese e quali sono le mosse dell'Ue in caso il gas russo invece non arrivasse. Von der Leyen: "Mosca ci ricatta, dobbiamo prepararci"

Occhi puntati su Nord Stream. Gazprom sarebbe infatti pronta a riavviare, a flusso ridotto, le esportazioni all'Europa proprio attraverso il gasdotto dal prossimo giovedì, al termine del periodo di manutenzione. Intanto l'Ue si muove: "La Russia ci sta ricattando sul gas ma l'Europa è preparata", dice intanto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando il piano d'emergenza sul gas
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I Paesi Ue dovrebbero ridurre la domanda di gas del 15% tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023., come propone la Commissione europea. Il nuovo regolamento darebbe inoltre a Bruxelles la possibilità di dichiarare, dopo consultazione con gli Stati membri, una "allerta dell'Unione" sulla sicurezza dell'approvvigionamento, imponendo una riduzione - la cui percentuale non è specificata nel piano dell'esecutivo Ue - della domanda di gas a tutti gli Stati
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Sul tetto al prezzo del gas "il lavoro è in corso", si si legge in una nota esplicativa della Commissione europea. Inoltre si punta a reintrodurre temporaneamente carbone e diesel nel mix energetico nazionale per sostituire il gas
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Se la Russia riaprisse Nord Stream in Italia ci sarebbero 14 miliardi di gas russo per il nostro Paese, poi 5 miliardi dall’Algeria, 2 miliardi da altri gasdotti e carbone, 3 miliardi dall’Azerbaijan via Tap e poi 4 miliardi ancora di gas liquefatto

Se Nord Stream invece chiudesse, le cifre cambierebbero: ci sarebbero solo 8 miliardi di gas russo, poi un razionamento di 4 miliardi dei consumi e, ancora, i 5 miliardi dell’Algeria, i 4 di altri gasdotti e carbone, i 4 del gas liquefatto e i 3 miliardi dal Tap

Inoltre, se altri Paesi europei dovessero avere bisogno d’aiuto, come potrebbe essere nel caso della Germania, l’Italia sarebbe tenuta ad aiutarli, in quanto la sua posizione, grazie soprattutto agli accordi con l’Algeria e l’Azerbaijan, non è così critica

Attenzione però. Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’Energia, ha già detto che "se la Russia chiude Nord Stream, l’Ue deve riempire le riserve almeno al 90%, e ancora sarebbe a rischio carenze in inverno"