È quanto riporta il Centro Studi di Assolombarda. Il dato è il riflesso del crollo delle forniture di gas dalla Russia
Negli ultimi giorni il crollo delle forniture dalla Russia ha riacceso le tensioni sul mercato del gas, riflettendosi sul Prezzo Unico Nazionale dell'energia elettrica, che in Italia risale a 439 euro al megawattora, un livello 9 volte maggiore rispetto a inizio 2020. È quanto emerge dai dati del Centro Studi di Assolombarda. Nel primo trimestre 2022, secondo l'analisi, la produzione manifatturiera è cresciuta di un robusto +10,7% rispetto a un anno prima e, sebbene in rallentamento se confrontato con lo slancio dei trimestri precedenti, rileva incrementi diffusi in tutti i settori.
I dati
Per il manifatturiero lombardo e italiano, evidenzia il centro studi di Assolombarda, un primo fattore critico continuano ad essere le materie prime e i semilavorati perché i prezzi rimangono diffusamente elevati nonostante i recenti ribassi (riflesso anche di una domanda internazionale in rallentamento) e, soprattutto, perché i beni energetici sono di nuovo in impennata. Sul mercato del gas in Europa si è raggiunto i 175 euro al Mwh (il 14 luglio), non troppo distante dai picchi di inizio marzo intorno a 220 euro, una crescita eccezionale dai 11,2 euro in media a gennaio 2020. Il petrolio Brent mostra invece contenuti segnali di cedimento dopo una crescita praticamente incessante da metà 2020, ma la volatilità rimane estremamente elevata (il barile è a 99 dollari il 14 luglio, +56% rispetto a gennaio 2020). Altre materie prime stanno invece ritracciando, riportandosi sui livelli pre-conflitto (gennaio-febbraio 2022): è l'esempio di nichel, zinco, ferro, olio di semi di girasole, olio di soia.