Isola dei Serpenti, forze russe si ritirano: l'epopea di un avamposto strategico
Assaltato dai russi nelle prime ore di guerra, l'isolotto è diventato subito un simbolo della resistenza ucraina. A fine giugno Mosca ha annunciato l'abbandono dell'area in "segno di buona volontà" per "non ostacolare gli sforzi dell'Onu per sbloccare le esportazioni alimentari". Kiev: i russi non sono riusciti a "resistere al fuoco della nostra artiglieria e agli attacchi missilistici della nostra aviazione". L'1 luglio i russi hanno lanciato bombe al fosforo, denunciano gli ucraini. LE TAPPE

L’Isola dei serpenti è diventata un simbolo dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dalle prime ore di guerra, al ritiro russo, ecco cosa è successo nell’area negli ultimi mesi. Nella foto, un'immagine satellitare dell'isola catturata da Maxar Technologies
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"Nave da guerra russa, vai a farti fottere". Questa la frase pronunciata dagli ucraini con i missili dell'incrociatore Moskva puntati contro. L'invasione era iniziata da poche ore e l'epopea della resistenza già nasceva: 13 soldati a presidio dell' avamposto strategico nel Mar Nero, sorpresi dalla flotta russa e costretti a una sfida decisamente impari, rifiutavano la resa. Quel giorno l'Isola dei serpenti è diventata un simbolo. Nella foto, un'immagine satellitare dell'isola catturata da Maxar Technologies
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La difesa impossibile dell'Isola dei serpenti è diventata così lo stemma della difesa dell'Ucraina, abilmente iconizzata in un francobollo, in cui un soldato mostra il dito medio all'ammiraglia russa Moskva, poi affondata. Nella foto, un'immagine satellitare dell'isola catturata da Maxar Technologies
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Nel frattempo, molti degli "eroi" di Zmiiny (questo il nome in ucraino dell’isola) sono tornati a casa grazie a uno scambio di prigionieri, dopo essere stati dati inizialmente per morti

A giugno i russi hanno lasciato l'Isola dei serpenti. A più di quattro mesi dall'inizio della guerra e dalla presa dell'avamposto ucraino nel Mar Nero, la guarnigione schierata dall'esercito di Putin si è ritirata. Un abbandono in "segno di buona volontà" per "non ostacolare gli sforzi dell'Onu per sbloccare le esportazioni alimentari", ha spiegato Mosca

La versione ucraina è diversa: i russi non sono riusciti a "resistere al fuoco della nostra artiglieria e agli attacchi missilistici della nostra aviazione", ha esultato il capo di Stato maggiore Oleksii Hromov, evocando l'impegno a riconquistare l'isolotto. Nella foto, un'immagine satellitare dell'isola catturata da Maxar Technologies
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha elogiato le forze armate ucraine per il ruolo avuto nel ritiro russo. Ha detto di essere "grato ai nostri artiglieri, ai piloti dell'aviazione, all'esercito e alle forze aeree". Poi ha sottolineato che l'isolotto "è un punto strategico" e il ritiro russo "cambia in modo significativo la situazione nel Mar Nero". Secondo Zelensky tutto ciò "non garantisce sicurezza, non garantisce che il nemico non torni, ma limita già notevolmente le azioni degli occupanti"

Il comandante delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny, nel pomeriggio dell'1 luglio, ha però riferito che caccia da combattimento russi Su-30 hanno lanciato bombe al fosforo proibite sull'Isola dei Serpenti, da cui le forze di Mosca si erano ritirate. "La dirigenza delle forze armate della Federazione Russa non rispetta nemmeno le proprie dichiarazioni", ha dichiarato. "L'unica cosa in cui il nemico è coerente è la costante 'precisione' nel colpire", ha aggiunto, pubblicando un video dei presunti raid