Corea del Sud, Usa e Seul lanciano 8 missili: “Risposte ferme a provocazioni di Pyongyang”
MondoStati Uniti e Corea del Sud rispondono al lancio degli 8 razzi balistici della Corea del Nord avvenuto domenica, probabilmente in risposta ad alcune esercitazioni militari congiunte dei due Paesi. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol: “Le minacce nucleari e missilistiche del Nord stanno diventando sofisticate" e sono una “minaccia non solo per la pace nella penisola coreana ma anche nel nordest asiatico e nel mondo”
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Stati Uniti e Corea del Sud hanno lanciato otto missili in risposta agli altrettanti sparati ieri dalla Corea del Nord nel mar del Giappone. Lo riferisce la Cnn. I razzi, riportano i media statunitensi, sono stati indirizzati verso il mare, al largo della costa est della Corea del Sud. "Il lancio combinato di missili terra-terra dimostra che anche se la Corea del Nord provoca con missili da vari luoghi, gli Usa e la Corea del Sud hanno la capacità e la prontezza di colpire immediatamente con precisione in relazione all'origine della provocazione", ha dichiarato lo Stato maggiore congiunto sudcoreano, citato dalla Cnn.
Seul: “Risposte ferme e severe alle provocazioni del Nord”
La Corea del Sud risponderà "con fermezza e severità" a ogni provocazione nordcoreana, ha dichiarato il presidente Yoon Suk-yeol, affermando che "anche in questo momento le minacce nucleari e missilistiche del Nord stanno diventando sofisticate". Hanno un livello tale "di minaccia non solo per la pace nella penisola coreana ma anche nel nordest asiatico e nel mondo", ha aggiunto Yoon, puntando a scoraggiare "tali minacce anche con una capacità di sicurezza più fondamentale e pratica".
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I missili lanciati da Pyongyang
Ieri la Difesa sudcoreana aveva riferito di aver rilevato “otto missili balistici a corto raggio lanciati dall'area di Sunan a Pyongyang, in Corea del Nord, nel Mare orientale". Un’azione da molti interpretata come una protesta contro le esercitazioni congiunte di Corea del Sud e Stati Uniti che si sono svolte vicino a Okinawa, in Giappone, e che Pyongyang ha definito “prove di invasione”.