"Questa è stata un'aggressione non giustificata" ha dichiarato l'ex premier britannico che ha parlato dell'invasione russa alla luce del suo rapporto personale con il capo del Cremlino durante gli anni a Downing Street
"Noi dovremmo preoccuparci di arrivare alla fine del conflitto e l'Italia ha fatto delle proposte al riguardo in questi giorni". Lo ha detto l'ex premier britannico Tony Blair in un'intervista al Corriere della Sera. "Le basi - ha spiegato - devono essere che la Russia non ottenga dei vantaggi da questa aggressione e avere il consenso del popolo ucraino". (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)
Blair-Putin: primo incontro nel 2000
"Questa è stata un'aggressione non giustificata. Avendo incontrato spesso il presidente Putin nelle prime fasi della sua presidenza - ha raccontato l'ex premier - quest’idea che sia stato circondato da potenze ostili, che l’America, il Regno Unito e l’Europa stessero cercando di umiliare la Russia, quest’idea è infondata. L’accerchiamento non è reale, è nella sua mente purtroppo. Se si riuscirà a negoziare una fine del conflitto su basi giuste, dobbiamo farlo". Tony Blair ha incontrato Putin per la prima volta a San Pietroburgo nel marzo del 2000, quando era ancora primo ministro.
leggi anche
Gran Bretagna: "Discutiamo con alleati l'invio di armi alla Moldavia"
"Nessuno osa dire la verità a Putin"
"A darmi ansia oggi - ha spiegato Blair - è assistere a un'invasione che appare il prodotto di un errore di valutazione, di una totale incomprensione del mondo. La mia fondazione ha un progetto in Ucraina e sono stato lì ogni anno da quando mi sono dimesso da premier. Nessuno che conosca il Paese e abbia familiarità con la sua gente può pensare che avrebbero accolto con favore un’invasione. Eppure Putin era convinto del contrario e nessuno del suo entourage lo ha fatto ragionare. Quindi Putin ora è circondato da persone che non osano dirgli la verità. Questo è pericoloso".