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Ucraina, vicepremier Vereshchuk a Sky TG24: “Dateci armi. Impossibile cessate il fuoco”

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Non c'è altra strada se non quella di continuare con la resistenza armata, dice la numero due del governo di Kiev intervistata dall'inviato Jacopo Arbarello. Non è realistico pensare a soluzioni diplomatiche o a una tregua, "impossibile da realizzare" finché "le armi e i soldati nemici rimangono sul territorio ucraino"

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Una sola richiesta arriva dalla vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk: portare più armi a Kiev per sconfiggere le truppe russe. Non è possibile seguire altre strade per il momento, né attraverso la politica e la diplomazia né attraverso un cessate il fuoco, dice Vereshchuk intervistata dall’inviato di Sky TG24 in Ucraina, Jacopo Arbarello (I VIDEO E I REPORTAGE DALL’UCRAINA). Se la via della diplomazia non è un’opzione perché il presidente russo Vladimir Putin “vuole la distruzione dell’Ucraina”, quella del cessate il fuoco non lo è perché “è impossibile da realizzare”. Non lo sarà, dice Vereshchuk, fino a quando “le armi e i soldati nemici rimangono sul territorio ucraino” (GUERRA IN UCRAINA, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTALO SPECIALE DI SKY TG24).

Siamo con Iryna Vereshchuk, vice premier dell’Ucraina. Iniziamo dall'ultima notizia, la vittoria dell'Ucraina all'Eurovision. Non le sembra in qualche modo simbolica? 

Si è una vittoria simbolica ed è una vittoria collettiva. Sono veramente contenta che la nostra canzone e l’appello per salvare Azovstal siano stati sentiti da tanti milioni di persone.  

 

Lei lavora alla trattativa per l'evacuazione dalle acciaierie Azovstal di Mariupol. A che punto sono? 

In una prima fase pensiamo di evacuare e salvare i feriti più gravi: ce ne sono 38 in questo momento insieme a dottori che stando alla convenzione di Ginevra non vanno contati come combattenti.  Questo dovrebbe essere il primo passo, poi continueremo per salvare tutti i feriti. 

 

Quando pensa che finirà questa guerra?  

Penso che finirà quando Putin non avrà più le risorse per finanziarla, quando le sanzioni sull’olio e sul gas funzioneranno, quando i politici in Europa e nel mondo, che sono corresponsabili per quello che sta succedendo in Ucraina, finalmente si uniranno e si metteranno d’accordo per distruggere il sistema politico ed economico di Putin. Adesso abbiamo bisogno in particolare delle armi. Prima le avremo prima vinceremo.

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Veniamo alle inchieste per crimini di guerra. A che punto siete? Quanti casi avete identificato?

Ci sono più di 10.000 fatti registrati come procedimenti giudiziari su casi di crimini contro l’umanità, crimini di guerra, violazioni delle convenzioni internazionali e altri crimini gravi, per i quali saranno responsabili non solo Putin o i comandanti dell’esercito, ma anche i soldati che li hanno commesso stupri, violenze ed esecuzioni di civili. Oggi la Russia si sente intoccabile, perché l’Europa discute soprattutto delle perdite economiche, dei dollari e degli euro che perderà, ma noi abbiamo bisogno di discutere dei crimini che potrebbero aumentare se non fermiamo Putin e il suo esercito di assassini. 

 

Il governo ucraino ha più volte denunciato le deportazioni dai territori occupati dei cittadini ucraini verso la Russia. Ce lo può confermare? Ci sono dei numeri?

Siamo già riusciti a riportare indietro alcune persone, ma questa è solo una goccia nell’oceano, se li paragoniamo alle centinaia di miglia di persone costrette ad essere deportate in Russia. Oggi sappiamo molto poco sul loro destino. Si sono ritrovati in Siberia, in lontane città degli Urali, completamente persi. Per noi 640.000 quelli sono quelli confermati ma penso che i numeri siano ancora più alti.

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L'Ucraina ha richiesto l'adesione all'Unione europea. Quali sono le vostre aspettative? 

Colgo l’occasione per chiedere al popolo italiano e al governo di dare il loro supporto al Consiglio Europeo di giugno, quando si deciderà se nominare l’Ucraina come candidata per l’Unione europea. A livello simbolico sarà un passo politico importantissimo e mi creda, nessuna intimidazione o minaccia di Putin verso l’Unione Europea avranno valore se il vostro governo supporta l’Ucraina e vota sì. Entro giugno o l’Ucraina o sarà in Europa o non ci sarà Europa. E lo dico con cognizione di causa. 

 

Insistere sul cammino diplomatico non rischia di indebolire l’Ucraina in questa fase del conflitto?  

Si. La scelta è solo quella delle armi, adesso non ci sono possibilità di risolvere il conflitto politicamente. Perché Putin non vuole, vuole la distruzione dell’Ucraina.

 

L’Ucraina è pronta a un cessate il fuoco immediato o è prematuro?  

No non siamo pronti per un cessate il fuoco immediato perché è impossibile da realizzare. E’ impossibile garantire che tutte le parti del fronte contemporaneamente e ovunque mettano giù le armi. Finché le armi e i soldati nemici rimangono sul territorio dell’Ucraina il cessate il fuoco non potrà essere realizzato. Non c’è bisogno di parlare di cose irrealistiche. Parliamo invece delle armi, qui e adesso, nelle nostre mani, nelle mani dei nostri soldati, date dalla Nato e da altri paesi. Questo è realismo. Di questo dobbiamo parlare.  

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