Viaggio in Serbia, divisa tra Mosca e l'Europa. Il reportage di Sky TG24

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Sacha Coltellacci

La guerra in Ucraina rischia di destabilizzare l’intera area balcanica. Situazione particolarmente complessa in Serbia, divisa tra il richiamo di Vladimir Putin e le riforme invocate da Bruxelles

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A un primo sguardo, qui a Belgrado, potrebbe sembrare di trovarsi in qualunque strada di Mosca o San Pietroburgo. Invece siamo di fronte al Parlamento della Repubblica di Serbia, legata alla grande madre Russia da storia, tradizione, cultura e interessi, sia economici che politici. 

Le ultime elezioni

La Serbia è appena uscita dall’appuntamento elettorale del 3 aprile, che ha riconsegnato le chiavi della presidenza al rieletto Alexandar Vucic, amico personale del leader del Cremlino e leader del Partito serbo del progresso che, a dispetto del nome, è invece di orientamento conservatore e occupa quella zona grigia tra revanscismo tipicamente nazionalista e voglia di riforme dall’accento vagamente europeista.

orban vucic

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Una posizione ambigua

Il governo di Belgrado ha ufficialmente condannato alle Nazioni unite l’intervento russo in Ucraina, ma sta di fatto mantenendo una posizione decisamente ambigua con Mosca, scegliendo di non allinearsi alle sanzioni economiche chieste a gran voce dall’Unione europea. La stessa Unione, per la quale la Serbia è in lista d’attesa da oltre un decennio. Belgrado dipende però quasi totalmente anche dalle fonti energetiche russe, in primis il gas. Un autentico rompicapo per la Repubblica balcanica, perennemente divisa, già dai tempi della dissoluzione dell’Ex Jugoslavia, tra futuro e passato. 

Natalia reacts after arriving from Mariupol to an evacuation point in Zaporizhzhia, Ukraine, 02 May 2022. ANSA/ROMAN PILIPEY

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La questione Kosovo

C’è poi la questione del Kosovo, ex provincia autonoma serba popolata per quasi il 90% da albanesi, vissuta da queste parti come una vera e propria ragion d’essere. E nessuno qui vuol sentir parlare di altre guerre.

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