"Gli studenti, che siano russi o ucraini, sono nostri studenti, così come i ricercatori che lavorano da noi". Così la ministra dell'Università e della Ricerca, ospite questa mattina di 'Buongiorno', su Sky TG24
"Sono già stati accolti 269 studenti” dall’Ucraina. “Ma abbiamo accolto anche ricercatori e docenti, per un totale di 338 persone. Poi abbiamo le segnalazioni, che sono oltre mille, anche se andranno valutate: non so se si tratta di segnalazioni di persone che sono già Italia, o che devono ancora arrivare nel nostro Paese". La ministra dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, ospite di 'Buongiorno' su Sky TG24, ha parlato dell'arrivo in Italia di professori, ricercatori e studenti ucraini che sono stati accolti negli Atenei e che saranno esentati dal pagamento delle tasse universitarie. (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE)
Studenti ucraini esentati dalle tasse
“A breve usciremo con il decreto che mette a disposizione un milione di euro per le borse di studio, e che sarà un cofinanziamento per Atenei, Accademie, Enti di ricerca, qualora abbiano già una pratica in corso sia per gli studenti che per i docenti“ ha proseguito Maria Cristina Messa. Studenti ucraini che, ha precisato ancora la ministra, “saranno esentati dalle tasse universitarie. Questi sono qualche centinaio rispetto al milione ed 800mila iscritti ai vari Atenei: le Università ce la fanno ad evitare di sottoporli alle tasse. Inoltre bisogna tenere conto, comunque, che esentiamo dalle tasse anche tutti gli studenti italiani che hanno un Isee sotto una certa soglia”.
Messa: "Aiutare anche gli studenti russi"
"È molto importante non ledere le singole persone. Gli studenti, che siano russi o ucraini, sono nostri studenti, così come i ricercatori che lavorano da noi". Così la ministra Messa ha risposto alla domanda su come si fa a bilanciare la necessità di condannare e distanziarsi dall’azione di Putin e di Mosca, non allontanandosi, al contempo, dal mondo dell’Università e della ricerca russa. Occorre "invece - ha aggiunto - essere più attenti e severi nelle relazioni che, in qualche modo, hanno una base governativa", e quindi anche "le grandi progettualità, soprattutto quelle che possono essere usate per la scienza, in particolare riguardo gli aspetti offensivi che sappiamo ci possono essere, vanno interrotte". "Oltre, ovviamente, a tutti i rifugiati provenienti dall’Ucraina, stiamo cercando – ha proseguito - di far capire che bisogna aiutare anche gli studenti russi che sono già nel nostro Paese e che ci vogliono restare", magari "trovando delle fonti che possano permettergli di rimanere. Stiamo dunque cercando di separare l’individuo, la persona, da quelle che sono invece le relazioni pubbliche e ufficiali".
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Scienziati come strumento di pace
Maria Cristina Messa ha poi parlato del ruolo importante che gli scienziati possono svolgere in questo periodo di guerra. Per la ministra gli scienziati russi possono rappresentare uno strumento di diplomazia, infatti ci sono "delle fortissime collaborazioni tra scienziati italiani e russi. Quest’ultimi devono, laddove hanno quel minimo di critica verso il comportamento del proprio Paese, fungere da strumento di pace. È sempre stato così. Il corridoio e la comunicazione che la scienza crea, resiste a qualsiasi sfida, inclusa questa". Per le sanzioni l’ambiente dell’Università e della ricerca, ha concluso la Messa, "deve essere considerato una zona franca. Tuttavia vediamo quello che è successo nelle grandi infrastrutture, e prendiamo ad esempio il CERN, dove non si può permettere in questo momento alla Russia di sedere al tavolo decisionale. Ci sono dei livelli differenti".