Biden attacca Putin: “Cerca un genocidio”. Macron frena e Zelensky replica: "Doloroso"

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Il presidente statunitense, seguito poi dal canadese Trudeau, torna alla carica contro il suo omologo russo: “Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro quello che sembra a me è un genocidio”. Il presidente francese: "Non sono sicuro che l'escalation di parole servirà alla causa". Zelensky: rifiuto di Macron è "molto doloroso". Mosca: "Inaccettabili tentativi di distorcere la realtà"

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"Ho parlato di genocidio perché è sempre più chiaro che Putin sta cercando di cancellare l'idea di essere ucraini". Il presidente statunitense Joe Biden torna ad attaccare direttamente il presidente russo Vladimir Putin. A chi gli chiedeva se in Ucraina fosse in corse un genocidio, l’inquilino della Casa Bianca ha detto: "Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me” (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Parole che non solo fanno infuriare Mosca e Pechino, ma rischiano di irritare gli alleati europei, allarmati da una possibile ulteriore escalation della crisi. "Possiamo parlare sempre di più di genocidio", ha invece detto davanti ai giornalisti anche il primo ministro canadese Justin Trudeau.

Macron frena sulle parole di Biden

Fra questi Emmanuel Macron. "Bisogna stare attenti a quel che si dice", è il secco comento del presidente francese, che invia un chiaro messaggio a Biden, anche a costo di attirarsi le critiche di Kiev. Perché, spiega l'inquilino dell'Eliseo, se da una parte quella scatenata dalla Russia è "un'aggressione di brutalità inaudita, una follia", dall'altra alzare sempre di più i toni "è di dubbia utilità": "Sto guardando i fatti e voglio cercare il più possibile di continuare a essere in grado di fermare questa guerra e ricostruire la pace, quindi non sono sicuro che l'escalation di parole servirà alla causa".

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Il plauso di Zelensky

La presa di posizione forte di Biden è stata invece molto apprezzata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Parole vere da un vero leader” per aver parlato per la prima volta di "genocidio" in Ucraina. Poi definisce il rifiuto di Macron di denunciare il genocidio in Ucraina "molto doloroso". Già in giornata il Ministero degli Affari Esteri dell'Ucraina si era detto deluso dalla posizione di Macron. "La riluttanza del presidente francese a riconoscere il genocidio degli ucraini dopo tutte le dichiarazioni esplicite della leadership russa e le azioni criminali dell'esercito russo è deludente", ha detto il portavoce Oleg Nikolenko, citato da Unian

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Putin: negoziati in un vicolo cieco

Continua nel mentre a crescere la preoccupazione per le accuse sull'impiego di armi chimiche da parte delle forze russe a Mariupol. Occhi e mucose infiammate, secchezza delle fauci, difficoltà respiratorie, tachicardia i sintomi più comuni. Nell'assedio infinito di Mariupol, dove secondo le ultime stime del sindaco i morti sono almeno 21mila, i russi avrebbero attaccato anche con bombe al fosforo. Sostanze tossiche fatte piovere da un drone che ha preso di mira i difensori della città portuale strategica, sempre più schiacciata sotto il peso dell'offensiva. Ma Putin non arretra. I negoziati - dice - sono "in un vicolo cieco" per colpa degli ucraini, e la Russia continuerà la guerra per raggiungere quello che era il suo "nobile" obiettivo fin dal principio: la conquista dell'intero Donbass per proteggere la popolazione locale di etnia russa. E respinge tutte le accuse, liquidando come "un fake" il massacro di Bucha.

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La replica di Mosca

Non si è fatta attendere la replica di Mosca alle parole di Biden: "È inaccettabile che Biden lanci simili accuse al presidente Putin", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, "soprattutto perché provengono dal presidente degli Stati Uniti, un Paese le cui azioni nella storia recente sono ben note. Siamo di fronte a inaccettabili tentativi di distorcere la realtà". Mentre l'ambasciata russa a Washington ha invitato l'amministrazione Usa a "smettere di fare disinformazione" sul presunto uso di armi chimiche da parte delle forze russe: "Le abbiamo finite di distruggere nel 2017".

Pechino accusa Washington di "alimentare le tensioni"

E a spalleggiare Mosca scende in campo ancora una volta Pechino, che accusa la Casa Bianca di "alimentare le tensioni", mentre "ogni sforzo internazionale dovrebbe spingere alla soluzione della crisi", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian. Ma da Washington è il segretario al Tesoro americano a fare pressing perché la Cina usi tutta la sua influenza per fermare Mosca: "L'atteggiamento del mondo verso la Cina e la sua volontà di abbracciare un'ulteriore integrazione economica dipenderà da come Pechino risponderà alla richiesta di un'azione decisa sulla Russia".

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