Guerra in Ucraina, Gen. Graziano: per pace necessari in Donbass 20mila militari

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Il presidente del Comitato Militare dell’Unione Europea spiega che per la pace in Ucraina potrebbe servire una forza di interposizione al confine con la Russia fatta di 20 mila uomini mentre il Donbass potrebbe diventare come il Libano

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Per pace in Ucraina potrebbe servire una forza di interposizione al confine con la Russia fatta di 20 mila uomini. A dirlo è Il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato Militare dell’Unione Europea in un’intervista a Repubblica. Mentre il Donbass -aggiunge - potrebbe diventare come il Libano (GUERRA IN UCRAINA, LOSPECIALE DI SKY TG24 - SEGUI IN DIRETTA TUTTE LE ULTIME NOTIZIE).

Il Donbass come il Libano

“Per Beirut c’era un accordo delle Nazioni Unite. Qui ci vorrebbe un accordo russo-ucraino per chiedere l’intervento di una forza di pace. Il problema è che la Russia siede nel Consiglio di sicurezza dell’Onu e ha un diritto di veto. Comunque, bisognerebbe innanzitutto, cessare le ostilità e mettere in piedi un gruppo di interposizione con numeri importanti di 15 mila– 20 mila uomini, schierati lungo il confine. Questi uomini devono avere chiare indicazioni e regole di ingaggio e un mandato molto preciso. Le forze di separazione devono essere ben protette e bene armate perchè se fossero deboli qualcuno avrebbe la tentazione di attaccarle”.

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Il ritiro dei  russi e i  loro obiettivi

Secondo Graziano nonostante gli annunci i russi non si stanno ritirando: “È solo una sosta operativa. Noi abbiamo esperienze di campagne russe in Georgia, in Siria, in Crimea, utilizzando poche forze molto efficaci. Se ripiegano lo fanno per riorganizzarsi. Il loro piano A è fallito, e sicuramente il loro obiettivo minimo è il Donbass e Mariupol”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato oggi per la prima volta dall'inizio della guerra un'intervista ai giornalisti russi, che hanno promesso di pubblicare in serata l'intera conversazione senza censure, 27 marzo 2022. La conversazione è durata due ore. Tra i giornalisti che hanno intervistato il presidente ucraino, il caporedattore di Meduza Ivan Kolpakov, il caporedattore di Dozhd TV Tikhon Dzyadko, lo scrittore e giornalista Mikhail Zigar e il corrispondente di Kommersant Vladimir Solovyov.
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L’ importanza del negoziato

“Spero che il negoziato proceda perchè è l’unica via per la pace. Questo però solo quando c’è la volontà delle parti e le armi tacciono. E per ora non è così. Siamo in una fase di stallo operativo”. Per quanto riguarda Putin sottolinea:”Non può perdere ma neanche vincere, e vuole conseguire obiettivi che gli permettano di non perdere almeno la faccia”.

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