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Ucraina, Cremlino: “No svolta nei negoziati”. 007 Usa: "A Putin nascosta verità per paura"

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©IPA/Fotogramma

"Per il momento non possiamo dichiarare che ci sia qualcosa di molto promettente o una qualche svolta”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Intanto, secondo l’intelligence americana, il presidente russo sarebbe "male informato dai suoi" sull'andamento della guerra, perché i capi militari "hanno paura" di riferirgli quanto "male stiano facendo le forze armate di Mosca”

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La strada verso una tregua in Ucraina sembra essere ancora in salita: dopo le aperture dei negoziatori russi a seguito dei colloqui di Istanbul, è arrivata la doccia fredda del Cremlino. "Per il momento non possiamo dichiarare che ci sia qualcosa di molto promettente o una qualche svolta. C'è molto lavoro da fare”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Parole che frenano l'ottimismo sulle trattative manifestato da Kiev ma anche dagli inviati di Vladimir Putin. Anche la Francia ha sottolineato come non ci sia stata "nessuna svolta" nelle trattative. Per l’intelligence americana il nodo sarebbe anche l'isolamento di Putin dalla realtà: il presidente russo sarebbe "male informato dai suoi" sull'andamento della guerra, perché i capi militari "hanno paura" di riferirgli quanto "male stiano facendo le forze armate di Mosca". (GUERRA IN UCRAINA: LO SPECIALE DI SKY TG24 - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE). 

Il punto dopo 35 giorni di guerra

La posizione di Mosca sarebbe quindi attendista. Un'ambiguità coltivata anche nell'attesa di sviluppi militari favorevoli: dopo 35 giorni di guerra, le forze russe assicurano di volersi concentrare sulla "priorità" strategica della conquista dell'intero territorio del Donbass, continuando l'assedio delle città limitrofe dell'est e del sud dell'Ucraina, da Kharkiv a Mariupol. Ma le notizie dal terreno testimoniano di una nuova drammatica ondata di attacchi missilistici su Kiev e Chernihiv, dove Mosca aveva promesso "una riduzione radicale dell'attività militare". Secondo la Difesa ucraina, non c'è invece nessun ritiro su vasta scala da quelle zone, ma solo movimenti limitati delle "unità che hanno subito le perdite maggiori per rifornirle". In serata infine, secondo il Pentagono, le forze russe avrebbero iniziato a ritirarsi dall’area di Chernobyl.

Frenate e aperture nei negoziati

Dopo la frenata del Cremlino si registrano però nuove aperture dei negoziatori ai vari livelli. Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, ha detto che "l'Ucraina per la prima volta ha mostrato di essere pronta a soddisfare le condizioni per costruire relazioni di buon vicinato con la Russia" e "discuterne le richieste di principio”. Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha parlato di un "significativo progresso" nei colloqui, sostenendo che Kiev sta "capendo che le questioni della Crimea e del Donbass sono definitivamente chiuse". Un'interpretazione seccamente respinta dall'Ucraina, che torna a invocare "il ripristino" della sua "sovranità" su quei territori. Una questione su cui resta evidente tutta la distanza tra le parti, che non a caso per il momento l'hanno esclusa dalle trattative.

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Intelligence Usa: Putin male informato dai suoi

A rendere più complesso il quadro è arrivata anche la notizia secondo cui, per l’intelligence americana, Putin sarebbe isolato dalla realtà sul campo. Il presidente russo sarebbe "male informato dai suoi" sull'andamento della guerra, perché i capi militari "hanno paura" di riferirgli quanto "male stiano facendo le forze armate di Mosca". Intanto il presidente Volodymyr Zelensky è tornato a parlare con Joe Biden. In una telefonata di un'ora, il presidente americano gli ha confermato "assistenza militare, economica e umanitaria" da parte di Washington, promettendo aiuti per mezzo miliardo di dollari.

L’asse tra Mosca e Pechino

Nel frattempo Mosca cerca di rinsaldare l'asse con Pechino. In uno scenario di instabilità che minaccia di aggravarsi ulteriormente dopo l'annuncio della regione separatista georgiana dell'Ossezia del Sud di volersi unire formalmente alla "madrepatria storica" russa, Lavrov si è recato in Cina per una riunione dei capi delle diplomazie dei Paesi vicini dell'Afghanistan e ha incontrato il collega Wang Yi: "Sullo sfondo di una complicata situazione internazionale Russia e Cina continuano a rafforzare la partnership strategica e a parlare con una sola voce negli affari globali”, ha detto.

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