
L'Unione europea si riunisce per le nuove sanzioni a Mosca. È stallo sul dossier energia
Oggi e domani i leader europei si ritrovano a Bruxelles per approvare il quinto pacchetto di misure. Il tema più spinoso sul tavolo è quello dello stop ai rifornimenti di gas e petrolio russi. Di Maio: "Non poniamo veti". In Europa arriva anche il presidente Usa Biden. G7: "Pronti all'adozione di ulteriori sanzioni"

Continua l’offensiva russa in Ucraina, proseguono le sanzioni dei Paesi occidentali per colpire l’economia di Mosca. L’Unione europea, riunita oggi e domani – 24 e 25 marzo – in un nuovo Consiglio europeo a Bruxelles, si dice “pronta a muoversi rapidamente per l'adozione di nuove sanzioni coordinate" contro la Russia. Lo si legge nella bozza delle conclusioni che saranno sul tavolo del vertice
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Non sembrano quindi esserci dubbi: è in arrivo il quinto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Meno chiaro quali misure verranno effettivamente approvate dai leader europei
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Molto è già stato fatto e l'economia russa è già stata colpita duramente. Resta sul tavolo il punto più dibattuto: lo stop alle importazioni petrolio e gas da Mosca
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Molti Paesi europei dipendono in larga parte da Mosca per i loro approvvigionamenti energetici. Per questo il presidente ucraino Zelensky continua a chiedere che rinuncino a queste importazioni: solo così si colpirà davvero il cuore dell’economia russa
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Dall’Unione europea però si frena sull’embargo ai rifornimenti energetici. Richard Ferrand, presidente dell'Assemblée Nationale francese, ritiene che un embargo sul gas e sul petrolio russi "non sia possibile"
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"Non siamo pronti - ha detto Ferrand intervistato da France Inter - perché non è possibile. Le sanzioni servono a indebolire il potere politico russo, non a punire i francesi o gli altri europei. Ogni volta che si può inasprire la posizione per indebolire il potere russo, bisogna farlo, ma non si tratta di prosciugare all'improvviso l'Europa, la Francia, l'industria, tutto quello che ci fa vivere"
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Uguali dichiarazioni arrivano da Berlino. Se è vero che la Germania vuole chiudere la condizione di dipendenza dalla Russia sul piano energetico nel lungo periodo – come anche ha chiarito più volte l’Italia - "farlo da un giorno all'altro significa, per il nostro Paese e tutta Europa, precipitare in una recessione”. A dirlo è il cancelliere tedesco Olaf Scholz (in foto)

"Centinaia di migliaia di posti di lavoro sarebbero in pericolo. Tutta l'industria sarebbe sul baratro", ha detto Scholz, aggiungendo che il contraccolpo delle sanzioni "non deve colpire gli Stati europei più duramente di quanto le sanzioni colpiscano la leadership russa"

L'Italia, dal canto suo, "aperta" all'ipotesi di un "quinto pacchetto di sanzioni" alla Russia, "non pone veti" ma "aspetta la proposta della Commissione", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sottolineando che il governo italiano non si farà trovare impreparato e che sta già lavorando ad alternative energetiche con altri Paesi per evitare "ricatti"

Spingono invece per l’embargo energetico Paesi come Lituania, Repubblica Ceca e Slovacchia. Vilnius, ad esempio, ritiene ormai inevitabili" queste sanzioni, in particolare verso il settore petrolifero che “può essere facilmente rimpiazzato"

Sarà a Bruxelles anche il presidente Usa Joe Biden (in foto), che parteciperà anche al vertice Nato e al summit dei leader del G7 previsti per i prossimi giorni. Anche Washington continua con la linea delle sanzioni. Secondo il New York Times un nuovo annuncio potrebbe arrivare già giovedì 25 marzo. Si tratterebbe di misure contro centinaia di membri della Duma, la Camera bassa del parlamento russo

Intanto il G7 è pronto ad adottare nuove sanzioni e continuerà a lavorare per evitare che quelle già decise vengano aggirate anche con la vendita di oro da parte della banca centrale russa, come si legge nelle conclusioni della riunione dei leader di oggi

Nel comunicato finale i leader del G7 sollecitano “tutti i Paesi a non dare assistenza militare o di altro tipo alla Russia per contribuire a proseguire la sua aggressione in Ucraina". I leader continueranno "a cooperare strettamente anche per impegnare altri governi a adottare misure restrittive simili a quelle già imposte" dai membri del 'club dei grandi' e ad astenersi dall'evaderle o aggirarle" con forniture che "minano o mitigano degli effetti delle sanzioni"