Dopo tante polemiche, anche il patron della squadra di calcio del Chelsea è stato colpito dalle misure del governo di Boris Johnson. Congelato anche il suo impero immobiliare a Londra
Altro che mediatore. Ci aveva provato, il re dell’acciaio russo, Roman Abramovich, a riciclarsi come mediatore tra Russia e Ucraina, facendo leva anche sulle sue origini miste. Ci aveva provato, il proprietario del Chelsea Football Club, a dire che i proventi netti della vendita della squadra di calcio inglese sarebbero serviti per aiutare le vittime del conflitto. Non scopriremo mai quanto le sue intenzioni fossero autentiche, perché l’unica certezza ora è che, dopo tanto parlarne, il multimiliardario ora con passaporto israeliano e portoghese è stato colpito dalle sanzioni del Regno Unito. Lì dove è anche proprietario di un impero immobiliare di svariate centinaia di milioni di sterline. (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - I VIDEO DEGLI INVIATI - LO SPECIALE)
Congelata la vendita del Chelsea, allo stadio solo con abbonamento
I suoi asset sono stati tutti congelati, non potrà più transare con individui o società britanniche. E non potrà più entrare nel Paese. Non gli sarà dunque permesso di esaudire il desiderio espresso nel comunicato di vendita del Chelsea: quello di essere ancora una volta allo Stamford Bridge per salutare staff e squadra. In queste condizioni, il team dei blues non potrà essere venduto, così come le sue residenze di lusso nei luoghi e nelle vie più esclusive della capitale inglese. Rimarrà tutto di sua proprietà senza che Abramovich ne possa beneficiare finanziariamente. Allo stadio potrà accedere solo chi ha l'abbonamento: sarà vietata la vendita dei biglietti così come di magliette e gadget vari.
Colpito anche ex socio in affari Deripaska
Insieme ad Abramovich, è stato sanzionato anche il suo ex socio d'affari Oleg Deripaska, già finito nel mirino degli americani anni fa, il ceo del gigante petrolifero Rosneft, Igor Sechin, e altri oligarchi. Col passare delle settimane la lista britannica si sta dunque uniformando a quella di Europa e stati Uniti.
Johnson: nessun porto sicuro per gli amici di Putin
"Non ci possono essere porti sicuri per coloro che hanno sostenuto la malvagia aggressione di Putin all'Ucraina", ha dichiarato il premier Boris Joshnon. La settimana prossima dovrebbe essere approvato il Financial Crime Bill, che si pone l'obiettivo di ripulire il Regno Unito dal denaro sporco proveniente da traffici illeciti e in parte legato alle attività di oligarchi russi.