Eruzione Tonga, Nasa: "500 volte più potente della bomba atomica sganciata su Hiroshima"

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Tonga Geological Services/Ansa

Nell'area le comunicazioni saranno impossibili per almeno un mese, dopo il disastro naturale del 15 gennaio. A stimare i tempi è stato il ministero degli Esteri della Nuova Zelanda: "La società statunitense SubCom afferma che ci vorranno almeno quattro settimane per ripristinare la connessione"

Ci vorrà almeno un mese per riparare il cavo di comunicazione sottomarino che collega il resto del mondo alle isole Tonga, devastate da un'eruzione - la più violenta in 30 anni - e da uno tsunami. A stimare i tempi è stato il ministero degli Esteri della Nuova Zelanda: "La società statunitense SubCom afferma che ci vorranno almeno quattro settimane per ripristinare la connessione di Tonga", ha fatto sapere il ministero in un aggiornamento sul disastro che ha tagliato fuori la piccola nazione del Pacifico dal resto del mondo. Intanto, i ricercatori della Nasa hanno calcolato la potenza dell'eruzione come "500 volte più potente della bomba atomica

sganciata su Hiroshima".

Lo studio della Nasa sull'eruzione

James Garvin, scienziato capo presso il Goddard Space Flight Center della Nasa, ha detto alla radio Npr, parlando dell'eruzione, che "il numero a cui siamo arrivati è attorno ai 10 megaton - 10 milioni di tonnellate - di equivalente in tritolo". E secondo Michael Poland, del servizio geologico degli Usa, "potrebbe trattarsi dell'esplosione più rumorosa avvenuta sulla terra dal 1883, quando esplose il vulcano Krakatoa in Indonesia". 

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I problemi nelle comunicazioni

Intanto si lavora al ripristino delle comunicazioni dell'area colpita dal disastro. Le poche interazioni che ci sono state da sabato sono state possibili grazie ad alcuni telefoni satellitari, per lo più posseduti da ambasciate straniere nella capitale Nuku'alofa. Secondo la società ci sono due rotture separate nel cavo, una situata a 37 km dalla costa e l'altra vicino al vulcano che ha eruttato, il che rende difficile la riparazione. Una nave di riparazione è in rotta dalla vicina Papua Nuova Guinea. L'operatore di telefonia mobile Digicel intanto ha ripristinato alcuni servizi domestici 2G di base, ma ha avvertito che il ripristino delle chiamate internazionali potrebbe richiedere ancora molto tempo.

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Tonga e i timori legati al Covid

Lo scorso 15 gennaio a Tonga si è verificato uno tsunami causato dalla potente eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai. Le isole sono state avvolte dalla cenere, si sono ritrovate senza internet, in black-out elettrico, con le linee telefoniche interrotte e le comunicazioni affidate a qualche satellitare. Le vittime fino ad ora accertate sarebbero tre. Ma oltre alle preoccupazioni legate al disastro naturale, ora si teme anche un'emergenza Covid. Dall'inizio della pandemia l'arcipelago ha registrato un solo contagio ma ora potrebbe 'importare' il coronavirus dai soccorritori giunti sulle isole del Pacifico per aiutare gli abitanti. In campo ci sono soccorritori provenienti dall'Australia e dalla Nuova Zelanda, da dove sono partite navi militari con beni di soccorso. Un alto diplomatico tongano a Canberra, Curtis Tuihalangingie, ha parlato alla Abc delle preoccupazioni per "uno tsunami di Covid che può colpire Tonga" proprio per via degli aiuti umanitari nel Paese.

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Papa: "Vicino alla popolazione, prego per loro"

Sull'accaduto è intervenuto anche Papa Francesco: "Il mio pensiero va alle popolazioni colpite nei giorni scorsi dall'eruzione del vulcano sottomarino che ha causato ingenti danni materiali. Sono spiritualmente vicino a tutte le persone provate, implorando a Dio sollievo nella loro sofferenza. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per questi fratelli e sorelle", ha detto.

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