L’ex presidente ha annullato l’evento, previsto per il giorno del primo anniversario dell'assalto al Congresso da parte dei suoi supporter: "Alla luce della faziosità e della disonestà della commissione d'inchiesta sul 6 gennaio, cancello la conferenza stampa in programma a Mar-a-Lago giovedì”. Poi rilancia: "Parlerò di molti temi importanti nel mio comizio di sabato 15 gennaio in Arizona”
Donald Trump ha cancellato l’attesa conferenza stampa che era in programma il 6 gennaio, il giorno del primo anniversario dell'assalto al Congresso. "Parlerò di molti temi importanti nel mio comizio di sabato 15 gennaio in Arizona", ha affermato l'ex presidente. "Alla luce della faziosità e della disonestà della commissione d'inchiesta sul 6 gennaio, cancello la conferenza stampa in programma a Mar-a-Lago giovedì", afferma Trump attaccando i democratici e le fake news. "È ormai chiaro a tutti che i media non riporteranno il fatto che Nancy Pelosi ha negato la richiesta per la Guardia Nazionale o per l'esercito a Capitol Hill", mette in evidenza l'ex presidente. Il 6 gennaio invece Biden e la vicepresidente Kamala Harris, in piena crisi di popolarità, parteciperanno a una cerimonia per ricordare le vittime di quel giorno di un anno fa, cinque in tutto, a cui vanno aggiunti almeno altri cinque poliziotti morti suicidi a distanza di settimane, di mesi. Poliziotti lasciati quel giorno da soli a contrastare i rivoltosi e che non hanno sostenuto il peso dell'orrore vissuto.
Il duello con Biden
Intanto sarà la commissione di inchiesta del Congresso a stabilire se e quanto l'ex presidente, già sfuggito a due impeachment, sia responsabile di quanto accaduto un anno fa a Capitol Hill. La sua sfida politica con Joe Biden è tutt'altro che esaurita. L'ex presidente aveva pensato, per il giorno della ricorrenza dei drammatici fatti, a una conferenza preparatoria per il suo rientro sulla scena: prima alla elezioni politiche di metà mandato il prossimo novembre, dove i democratici rischiano di perdere la maggioranza in entrambe le camere, poi nel 2024 nella corsa alla Casa Bianca, in prima o per interposta persona.
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Cosa succede ora
La Commissione di inchiesta voluta fortemente dai democratici e sostenuta dal fronte repubblicano anti-Trump negli ultimi giorni ha raddoppiato i suoi sforzi per giungere a delle conclusioni e impedire all'ex presidente di riprendere slancio. A pagare per ora sono i tanti rivoltosi indagati e processati dalla giustizia americana, spesso condannati a pene severe. Anche se a cadere, non senza polemiche, è l'accusa più pesante rivolta a suo tempo da Casa Bianca, Dipartimento di giustizia ed Fbi: quella di terrorismo interno, finora ripetutamente respinta nelle aule di tribunale. Un accusa che metterebbe i circa 700 assalitori di Capitol Hill sullo stesso piano con gli attentatori di Oklahoma City del 1995, legati gruppi antigovernativi.