
Un anno di Brexit, crisi export e supermercati vuoti: il 60% dei britannici si dice deluso
Il 1° gennaio 2021 il Regno Unito lasciava ufficialmente l'Unione Europea. Carenza di manodopera, crisi migratoria e questioni ancora aperte, dal tema dell'Irlanda del Nord al contenzioso sulla pesca con la Francia: cosa è successo nel primo anno di Brexit

Export in calo, lavoratori esteri che lasciano il Paese, distributori di benzina vuoti. Sullo sfondo, la pandemia da Covid-19 che ha messo in difficoltà un sistema sanitario già in crisi. Molto è successo dal 1° gennaio 2021, quando il Regno Unito è ufficialmente uscito dall’Unione europea. A un anno di distanza, diversi editoriali sui media britannici hanno tracciato un quadro degli effetti che il primo anno di Brexit ha avuto sul Paese
GUARDA IL VIDEO: Un anno di Brexit, tra crisi export e scaffali vuoti
Uno degli elementi più sottolineati è come il divorzio da Bruxelles abbia messo il Regno Unito in difficoltà economica. Molti lavoratori di altri Stati dell’Unione europea sono tornati nei Paesi d’origine, contribuendo così a creare una carenza di manodopera
Covid, nel Regno Unito è record di casi di Omicron
Le piccole medie imprese britanniche che commerciano con l’Unione hanno dovuto fare i conti con costi aggiuntivi e nuove regole burocratiche. Stando ai dati dell’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito, le esportazioni di merci sono diminuite del 14% su base annua nel terzo trimestre del 2021, sia verso Paesi Ue che extra Ue. La perdita, rispetto al 2019, è stata di 40 miliardi di sterline
Liz Truss è la nuova responsabile per la Brexit
Il danno economico della Brexit è stato quantificato dall’Office for budget responsability, secondo cui - a lungo termine - l’uscita dall’Unione europea ridurrà il Pil britannico di circa il 4%, a fronte di un calo di circa l’1,5% causato dalla pandemia da Covid-19
Effetto Brexit, Ryanair valuta addio a Borsa di Londra
Un altro grande tema portato avanti dai sostenitori della Brexit era quello di un maggior controllo dei confini nazionali. Nell’ottobre 2020, il premier Boris Johnson aveva detto che l’uscita dall’Unione avrebbe permesso agli abitanti del Regno Unito di riprendere “il pieno controllo dei nostri soldi, dei nostri confini e delle nostre leggi”
Eurotunnel, stop a cittadini Gb dopo misure Francia
Tuttavia, a novembre 2021, un gruppo di rifugiati provenienti da Sudan, Afghanistan, Iran, Iraq ed Eritrea, ha detto al Guardian che la Brexit ha reso più conveniente affrontare i rischi di una pericolosa traversata via mare. Il venir meno dell’applicabilità del regolamento di Dublino in territorio britannico fa sì che sia impossibile per il Regno Unito rimandarli nei Paesi da dove erano partiti
Il 2021 è stato però un anno segnato da molti morti e naufragi di migranti nella Manica. Alla fine del mese di novembre, la morte di 31 persone che cercavano di attraversare il Canale che separa Francia e Regno Unito ha fatto riemergere con forza la necessità di un accordo che disciplini gli spostamenti tra i due Paesi

Un altro dossier mai del tutto risolto tra i due Stati è quello sulla disputa in tema di pesca nel mare che li separa. La Francia lamenta un numero troppo basso di licenze concesse ai propri pescatori da Londra, soprattutto a largo delle Isole britanniche del Canale di Jersey e Guernsey, molto vicine alle coste francesi. Parigi si è detta intenzionata ad aprire un contenzioso post-Brexit davanti alla Commissione europea

Ancora aperta anche la questione dell’Irlanda del Nord. In seguito all’annuncio ufficiale delle sue dimissioni, rese note il 19 dicembre 2021, il capo negoziatore per la Brexit Lord David Frost (in foto) ha definito “deludente” come “non sia stato possibile raggiungere un accordo ben strutturato durante quest’anno”

Il nodo ancora irrisolto è il protocollo che disciplina le regole commerciali tra Ue e Irlanda del Nord, appartenente al Regno Unito ma di fatto equiparata agli Stati membri dell’Unione in quanto a norme doganali. Questo sistema è stato pensato per evitare la costruzione di un confine fisico tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda, che invece non fa parte del Regno Unito ma dell'Ue. Tuttavia, le regole sul mercato comune rendono difficili e aggravati da complicati passaggi burocratici gli scambi commerciali tra Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito

Secondo un sondaggio condotto dall’Observer e ripreso dal Guardian, per il 60% dei britannici la Brexit “è andata male o peggio delle aspettative”. Il 42% di chi, nel 2016, aveva votato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea non è rimasto soddisfatto da come sono andate finora le cose

Inoltre, per il 26% dei sostenitori del ‘Leave’ la Brexit è andata “peggio” di quanto si aspettassero, mentre il 16% di chi aveva votato a favore ha dichiarato che le cose sono andate tanto male quanto si aspettassero

Tra le immagini simbolo del 2021 nel Regno Unito, quelle degli scaffali dei supermercati vuoti e le lunghe code fuori dai distributori di benzina. Oltre al problema generale della mancanza di materie prime che ha colpito vari Paesi, nel Regno Unito la situazione è stata aggravata dalla mancanza di lavoratori, anche a seguito della Brexit

Tra i successi che vengono attribuiti al premier Boris Johnson durante questo primo anno di Brexit, c’è invece l’accordo Aukus, il patto commerciale siglato con Stati Uniti e Australia che ha strappato alla Francia un contratto da 60 miliardi di euro per la produzione di sottomarini nucleari