Usa, assolto un 18enne che uccise due manifestanti anti-razzisti

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Kyle Rittenhouse era accusato di aver sparato con un fucile a due persone, poi decedute, e di averne ferita una terza durante le proteste nell'estate del 2020 a Kenosha, in Wisconsin. Il giovane aveva sostenuto di aver agito per legittima difesa. Il presidente Biden: "Se da una parte il verdetto lascerà molti americani arrabbiati e preoccupati, me incluso, dall'altro dobbiamo riconoscere che la giuria ha parlato"

È stato assolto Kyle Rittenhouse, il 18enne accusato di aver ucciso con un fucile due persone e di averne ferita una terza durante le proteste contro il razzismo nell'estate del 2020 a Kenosha, in Wisconsin. La giuria lo ha dichiarato non colpevole per tutte le imputazioni. Il giovane, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, ha sostenuto di aver agito per legittima difesa contro i manifestanti. Il verdetto era atteso da tre giorni in una città blindata per il timore di proteste.

Il presidente Usa Joe Biden: "Dobbiamo rispettare sistema giustizia"

"Rispetto ciò che la giuria ha concluso. Il sistema giudiziario funziona e dobbiamo rispettarlo", ha detto in una nota Joe Biden commentando il verdetto assolutorio nei confronti di Kyle Rittenhouse. Il presidente americano ha invitato tutti a "esprimere le loro vedute pacificamente, coerentemente con lo stato di diritto". "Violenza e distruzione della proprietà non hanno posto nella nostra democrazia", ha sottolineato, aggiungendo che la Casa Bianca e le autorità federali "sono in contatto con l'ufficio del governatore del Wisconsin Anthony Evers per prepararsi a qualsiasi esito in questo caso" e che hanno offerto "sostegno e qualsiasi assistenza necessaria per garantire la sicurezza pubblica". "Se da una parte il verdetto a Kenosha lascerà molti americani arrabbiati e preoccupati, me incluso, dall'altro dobbiamo riconoscere che la giuria ha parlato. Ho corso - ha proseguito - con la promessa di riunire l'America, perché credo che ciò che ci unisce sia di gran lunga più grande di quello che ci divide. So che non guariremo le ferite del nostro Paese da un giorno all'altro ma resto saldo nel mio impegno a fare tutto quello che è in mio potere per garantire che ogni americano sia trattato equamente, con correttezza e dignità, secondo la legge".

Cosa successe la notte del 25 agosto 2020

Rittenhouse aveva 17 anni quando viaggiò dall'Illinois al Wisconsin la notte del 25 agosto 2020, in un'estate marcata dalle proteste contro la brutalità della polizia e le ingiustizie razziali, dopo che un agente bianco aveva sparato alla schiena all'afroamericano Jacob Blake mentre cercava rifugio nell'auto della fidanzata, lasciandolo paralizzato. Rittenhouse era arrivato armato perché, così ha raccontato al processo, voleva difendere la cittadina da saccheggi e incendi notturni. Ma quella sera, dopo che era stato dichiarato il coprifuoco, sparò ripetutamente uccidendo Joseph Rosenbaum, 36 anni, e Anthony Huber (26), mentre Gaige Grosskreutz (27) rimase ferito. 

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La difesa di Rittenhouse

"Lo feci per legittima difesa", ha giurato il 18enne in tribunale tra le lacrime, spiegando di essersi sentito minacciato da alcuni manifestanti. Ma secondo i procuratori, e i video mostrati in aula, fu lui a provocarli puntando l'arma. Il processo è stato contrassegnato da una serie di controversie procedurali e dagli scatti del giudice 75enne Bruce Schroeder, che è sembrato simpatizzare per la difesa sostenendo anche che le persone morte non si possono considerare vittime in quanto partecipavano a manifestazioni violente. 

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Le polemiche sulla vicenda

Il caso ha sollevato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica perché mette insieme molte delle questioni che dividono la polarizzata società americana: la giustizia razziale, il diverso atteggiamento della polizia (con cui cooperavano i vigilanti bianchi), il diritto di portare le armi. Per molti il trattamento ricevuto da Rittenhouse conferma quello più favorevole che un bianco e un sostenitore delle milizie armate riceve dalle forze dell'ordine rispetto ai manifestanti anti razzisti, spesso afroamericani del movimento Black Lives Matter. La Guardia Nazionale resta schierata nel timore di reazioni violente contro l'assoluzione. Molti degli attivisti radunatisi da giorni a Kenosha sono armati ed esibiscono pistole e fucili, come consentono le leggi del Wisconsin.

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