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Bielorussia e Polonia, migliaia di migranti ammassati ai confini: cosa sta succedendo

Mondo
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I migranti partono dal Medioriente e arrivano in Bielorussia con il favore del governo che concede i visti. Poi restano ammassati al confine polacco. L’accusa da parte dell’Ue è che Minsk spinga i profughi verso il confine con l’intenzone di mettere in difficoltà l’Unione europea. L’Ue ha mobilitato 700mila euro per cibo, coperte e kit di primo soccorso, ma la presidente della Commissione accusa: "Il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone, mettendo a rischio le loro vite"

Ormai da mesi si cerca di trovare una soluzione alla crisi dei migranti che restano ammassati al confine tra la Bielorussia e la Polonia. Dopo che sono circolati video che mostrano i soldati bielorussi scortare i profughi nella foresta che delimita la regione polacca della Podlaskie, l’Ue accusa Minsk di strumentalizzazione dei migranti per motivi geopolitici. La Polonia non vuole accoglierli e ha annuciato la costruzione di un muro. L’Ue ha mobilitato 700mila euro per cibo, coperte e kit di primo soccorso per aiutarli. Intanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen accusa: “Il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone, mettendo a rischio le loro vite” (LO SPECIALE DI SKY TG24 SUI MIGRANTI).

Chi sono i migranti al confine con la Polonia

I migranti vengono dal Medioriente e, dall’inizio dell’estate, la Bielorussia li accoglie e poi li spinge verso il territorio polacco e dei Paesi baltici. Attualmente sarebbero circa 4mila le persone al gelo e in condizioni sempre più precarie e più di una decina di persone sarebbero morte, secondo quanto affermano le ong, tra le quali un bimbo di un anno che si trovava nella foresta al confine da un mese e mezzo con i genitori siriani che speravano di riuscire a entrare nell'Ue. Il motivo dell'azione della Bielorussia sarebbe quello di mettere in difficoltà l’Unione Europea, considerata un avversario politico del regime autoritario bielorusso di Alexander Lukashenko, sfruttando l’ostilità dei Paesi dell’Europa orientale per i migranti. Come riporta il Post, secondo le stime della Polonia, sono stati circa 30mila i tentativi di ingresso dalla Bielorussia. Sono gli stessi migranti ad affermare che il loro viaggio è stato incoraggiato e in parte organizzato proprio dal governo bielorusso. Alla Bbc, il viceministro dell’Interno lituano Kęstutis Lančinskas ha detto che l’operazione sarebbe iniziata a marzo "quando abbiamo saputo che le autorità bielorusse stavano semplificando le procedure burocratiche per rilasciare visti 'turistici' in Iraq". La Bielorussia avrebbe appaltato le procedure burocratiche per produrre visti ad agenzie di viaggi esterne che pubblicizzerebbero pacchetti vacanza per Minsk “tutto incluso” nelle chat di WhatsApp o nei gruppi Facebook. Avendo un visto di un Paese al confine del territorio dell’Unione Europea, i profughi evitano la “rotta balcanica”. Da mesi, inoltre, diverse compagnie aeree presenti in Medio Oriente hanno attivato collegamenti diretti fra Minsk, la capitale della Bielorussia, e città come Istanbul, Damasco e Dubai. Tra queste c'è anche Belavia, la compagnia aerea bielorussa.

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I trafficanti al confine

Una volta arrivati a Minsk, i migranti devono attraversare a piedi il confine in una zona boscosa. I migranti, per farlo, si affidano spesso ai trafficanti per una sicurezza personale. Un trafficante ha spiegato alla Bbc che devono “girare per boschi sconosciuti in un Paese straniero. I borseggiatori sono pronti a derubarli. La criminalità organizzata ti osserva. Ci sono animali selvatici, fiumi e paludi da attraversare: è un salto nel vuoto, anche se usi il GPS”.

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La posizione della Polonia

Solo a novembre sono stati 5mila i tentativi di forzare il confine polacco da parte dei migranti in fuga dal Medio Oriente ammassati in Bielorussia, rispetto alle poche decine dell'intero 2020. Negli ultimi giorni la situazione è degenerata con il ministero della Difesa di Varsavia che ha denunciato il ferimento di un agente mentre le guardie bielorusse restavano a guardare. “I migranti hanno attaccato i nostri ufficiali con pietre ed hanno cercato di distruggere la recinzione, e sono stati usati lacrimogeni per fermare questa aggressione”, ha detto. Per fermare le persone la Polonia sta usando gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Minsk accusa la Polonia di voler "aggravare ulteriormente la situazione e soffocare qualsiasi progresso verso un accordo" che ponga fine alla crisi. Intanto Mosca, che appoggia la Bielorussia, ha definito l'utilizzo dei lacrimogeni "assolutamente inaccettabile". La Polonia, dal canto suo, ha annunciato che già a dicembre comincerà a costruire un muro al confine con la Bielorussia. Una decisione permessa dai trattati dell’Ue, anche se Bruxelles ha affermato che non ci sarà alcun finanziamento europeo all’opera.

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Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia
Migranti al confine tra Bielorussia e Polonia - ©Ansa

La reazione dell’Unione Europea

Intanto il Consiglio Ue, quanlche giorno fa, ha approvato il quinto pacchetto di sanzioni nei confronti di Minsk spiegando, tramite l’Altro rappresentante per gli Affari Esteri, Josep Borrell, che "questa decisione riflette la determinazione dell’Unione europea a resistere alla strumentalizzazione dei migranti a fini politici. Stiamo respingendo questa pratica disumana e illegale". Allo stesso tempo, l’Unione Europea ha stanziato nuovi fondi per l’assistenza umanitaria mobilitando 700mila euro per cibo, coperte e kit di primo soccorso. La presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen afferma però che "il regime bielorusso deve smettere di adescare le persone, mettendo a rischio le loro vite".  Sulla vicenda è intervenuto anche il premier Mario Draghi che ritiene che "l'uso dei migranti è diventato uno strumento, diciamo gentilmente, di politica estera".

 

I tentativi di mediazione

Ultimo tentativo di mediazione, finora, è stato quello tra la cancellieta tedesca Angela Merkel che ha sentito telefonicamente il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Durante il colloquio si è concordato "che la questione dovrebbe essere portata a livello bielorusso-Ue" e che saranno organizzati ulteriori contatti per risolvere la situazione. Il governo bielorusso ha anche annunciato di voler accogliere tutti i migranti in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi, "fino a quando la questione non sarà risolta". E infatti il 18 novembre l'accampamento di migranti in Bielorussia al confine con la Polonia è stato sgomberato dalle autorità locali. Le persone che da giorni si trovavano nella zona frontaliera tra il villaggio bielorusso di Bruzgi e quello polacco di Kuznica sono state trasferite in una struttura ad alcune centinaia di metri di distanza.

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